Articolo
Testo articolo principale

I porchettari di via Madonna del Popolo sono una società atipica, hanno abilità mitiche che li rendono una sorta di supereroi e somigliano ognuno ad un attore cinematografico diverso: brillano agli occhi del piccolo Righetto, il figlio del capo Lello de li Sdigni, che è anche la voce narrante, Enrico Gentili, l’autore di questa cavalcata al contrario nel tempo che ricostruisce la sua infanzia felice e sognante, passata tra odore di stalla e trasporti eccezionali per tutta Italia.

Testo ironico, come si evince dal titolo “epico”, fatto di prosa sapida ed evocativa, in cui i personaggi e gli eventi della sua mitopoiesi prendono vita e diventano irresistibili e veri, grazie anche all’uso del dialetto che rende questo mondo scomparso più vicino e tangibile. Al di sopra delle avventure di Cucciolo-Belmondò o di Peppe-Paul Newman, al di sopra delle fortune e sfortune della famiglia, dei carichi geometrici di ceste urlanti su automezzi pachidermici e stupefacenti, di viaggi rocamboleschi in cui nessuno ha bisogno di chiedere indicazioni per le strade, c’è lui, il maiale, la sua carne prelibata, il suo odore, il suo essere il cardine narrativo che muove avanti le cose e che tutto fa accadere: una sorta di Višnu nel cuore di un universo rurale e solidale che faremmo bene a non dimenticare.

 

La prima domanda sarà banale ma credo sia la prima di ogni lettore: quello che è raccontato in questo libro corrisponde davvero alla realtà da lei vissuta? “Sì, è tutto vero. Episodi e storie tramandate oralmente in tutta una vita e nell’incrocio delle generazioni, poi diventate libro per la morte dei protagonisti. I libri combattono il passare del tempo”.

La sua opera è una dichiarazione d’amore al mondo contadino e genuino delle nostre colline, a uno stile di vita e di pensiero che sta velocemente scomparendo: quale secondo lei è la caratteristica che dovremmo sforzarci di non perdere mai? “Il gusto di vivere la vita come un’avventura, nelle cose più piccole e in quelle più grandi. E la capacità di mandare al diavolo gli ipocriti e i falsamente educati, a favore di una naturale e genuina ruvidezza”.

I porchettari di via Madonna del Popolo hanno un concetto di religiosità forte e radicato, anche se lo esprimono in modo apparentemente incoerente, con la bestemmia: provi a spiegarlo a chi non ha ancora letto il libro. “Sarebbe meglio leggere il libro e la mia teoria sulla bestemmia dei porchettari. Comunque credo che la fede sia “scandalo”, e rifiuto di ogni profumato formalismo. L’uomo ha il diritto di arrabbiarsi con Dio, è detto molto bene nella religione Ebraica“.

I temi principali di quest’opera sembrano essere in contrapposizione: la memoria, la malinconia delle cose perdute, ma anche la speranza del domani, l’ottimismo, racchiuso nelle parole di Lello che chiudono il libro: «c’è sempre un seguito»… “È vero, complimenti. Dal passato dobbiamo trarre il meglio, la nostalgia è il sentimento malinconico che ci fa girare lo sguardo all’indietro, per vedere quanta strada è passata. Non possiamo allora dimenticare che passeremo anche noi. Ma non passerà l’umanità. Non a caso il libro si chiude sui giochi del nipote del capo dei porchettari (mio padre Lello). Uno dei motivi per cui ho scritto il libro è stata la speranza di far amare ai miei figli la storia dei loro nonni. È la metafora finale del ponte. Tutti “poteri” che solo un libro può esibire”.

Ringraziamo per il momento il dott. Gentili e vi invitiamo alla prossima settimana per continuare con lui il nostro dialogo e i nostri consigli di lettura…

Titolo: Maiali nella nebbia autore: Enrico Gentili editore: Edizioni Simple, Macerata anno: 2009 pagine: 190 prezzo: 14.00 euro