SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Ripascimento fuori tempo e fuori luogo” così il consigliere Cinque Stelle Riego Gambini commenta l’operazione avvenuta a metà luglio nella zona nord della costa sambenedettese. Seppur l’intervento fosse necessario a causa della massiccia erosione alla foce dell’Albula e lungo le prime concessioni, il risultato non ha risolto la situazione che oltre a ripresentarsi in questi giorni è stata aggravata dalle conseguenze naturali che un ripascimento comporta e da una serie di dubbi sulla bontà della sabbia utilizzata.
“La sabbia utilizzata per il ripascimento è assolutamente sicura”, avanza nuovamente il Comune sambenedettese, rispondendo alle dichiarazioni di Riego Gambini “sulla presunta non conformità della sabbia utilizzata per il ripascimento del tratto nord dell’arenile”. Il consigliere Cinque Stelle, infatti, in collaborazione con gli attivisti del Movimento di Porto San Giorgio ha preso visione della documentazione dettagliata sulla valutazione dei risultati analitici di sedimento prelevato presso il porto di Porto San Giorgio.
“A seguito della lettura del documento tecnico, riteniamo che la richiesta da parte di un funzionario dell’Arpam di Ascoli Piceno di verifiche sulla presenza di salmonella nel materiale sabbioso che doveva essere trasportato a San Benedetto del Tronto, fosse evidentemente giustificata – segnala Gambini – dal fatto che nel documento di valutazione dei risultati analitici di sedimento prelevato è indicato chiaramente che nel campione relativo alla caratterizzazione dell’area prospiciente il martello imboccatura, era stata rilevata presenza di salmonella”. Ipotizzando, dunque, una motivazione del mancato utilizzo di questa sabbia per il ripascimento della spiaggia delle Canossiane destinandoli piuttosto a San Benedetto.
Di fronte a questa nuova segnalazione, l’Amministrazione comunale ribadisce che “l’operazione è stata condotta nel pieno rispetto delle norme e, in particolare, solo dopo aver ottenuto da tutti gli organi preposti, compresa l’Agenzia regionale di Protezione Ambientale delle Marche – Arpam, i necessari nulla osta“. Inolte, “la sabbia, prima di essere trasportata a San Benedetto è stata esposta per circa due mesi alla luce e al sole contro il tempo previsto dai parametri Arpam di dieci giorni per considerare neutralizzato il potenziale patogeno della salmonella. – viene specificato in una nota stampa del Comune – L’Amministrazione comunale intende tranquillizzare i frequentatori delle nostre spiagge e diffidare chiunque tenda con informazioni distorte e parziali, magari solo per cercare un po’ di visibilità, a gettare sconcerto e allarme tra la popolazione e a danneggiare gravemente l’economia cittadina nel momento culminante della stagione turistica”.