ANCONA – Risultati inquietanti quelli presentati da Goletta Verde circa il monitoraggio effettuato sulla costa marchigiana, la celebre campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anche grazie al contributo del COOU, Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati che da venerdì ha fatto tappa nelle Marche.
Per ben otto campionamenti su dodici, infatti, i monitoraggi scientifici effettuati dai biologi hanno evidenziato cariche batteriche di molto superiori a quelle consentite dalla normativa. In cinque punti, in particolare, il riscontro è di acque “fortemente inquinate”: nei pressi della foce del fiume Tavollo a Pesaro, della foce del Torrente Arzilla a Fano, della foce del canale presso Stazione Torrette di Ancona, della foce del fiume Musone a Porto Recanati e del Fosso Castellano a Porto Sant’Elpidio. Gli altri tre punti, inquinati, invece, sono quelli campionati nei pressi della foce del Fosso Asola a Civitanova Marche, della spiaggia foce torrente Menocchia a Cupra Marittima e della foce del torrente Ragnola a San Benedetto del Tronto. Gli esiti delle analisi dimostrano la presenza di scarichi non depurati adeguatamente con presenze di escherichia coli e enterococchi intestinali al di sopra dei valori consentiti dalla normativa vigente. Sotto accusa ancora una volta foci dei fiumi e canali, che dimostrano delle carenze depurative, risultato di un insufficiente trattamento dei reflui, soprattutto dei comuni interni. Entrambi “inquinati” i due campionamenti effettuati in provincia di Ascoli Piceno e precisamente nei pressi della spiaggia alla foce del torrente Menocchia a Cupra Marittima e della foce torrente del Ragnola a San Benedetto del Tronto.
I risultati sono stati presentati ieri in conferenza stampa nell’Aula del Mare al Porto di Ancona, da Katiuscia Eroe, portavoce di Goletta Verde, Leonello Negozi, della segreteria Legambiente Marche e da Francesca Pulcini, responsabile Campagne Legambiente Marche, sottolineando quanto sia importante la tutela delle specie marine e per gli stessi operatori di settore, un sistema di pesca sostenibile e per rilanciare la costituzione delle aree marine protette del Conero e del Piceno.
“Quella scattata da Goletta Verde è certamente un’istantanea che cristallizza un determinato momento di un corso d’acqua che attraversa più territori, una fotografia che non può e non vuole sostituirsi alle analisi ufficiali effettuate dagli organi competenti – sottolinea Katiuscia Eroe, portavoce della Goletta Verde di Legambiente- ma i risultati emersi devono indurre a seri approfondimenti sul tema della depurazione, nel caso di questa regione per quel che riguarda i comuni dell’entroterra, sia per la tutela delle acque che per la conservazione dell’ecosistema fluviale. Goletta verde non assegna patenti di balneabilità, ma è evidente che c’è bisogno un’indagine da parte delle istituzioni per scoprire le cause e risolvere al più presto il problema. È necessario non abbassare la guardia sul fronte del controllo degli scarichi, soprattutto dei comuni interni”.