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Se sei donna o uomo e hai voglia di dare un taglio ai tuoi capelli non puoi scegliere dalle riviste di moda, ma da un catalogo che vi viene fornito direttamente dal regime. Infatti sono considerati come dei veri e propri menu in cui le donne potranno decidere tra 18 tagli, gli uomini tra 10. Gli uomini possono tenere i capelli corti massimo di cinque centimetri e devono obbligatoriamente tagliarli ogni 15 giorni. Gli uomini anziani hanno delle agevolazioni, se così si possono definire, nel senso che possono permettersi di avere i capelli lunghi 7 centimetri. La cosa peggiore è che nessuno ha la possibilità di tingersi i capelli, nemmeno quando inizieranno a diventare bianchi.

Il Corriere della Sera spiega così l’imposizione di questa ferrea regola: “Le regole della messa in piega risalgono al 2005: il regime nordcoreano aveva dichiarato guerra ai capelli lunghi con una campagna nazionale in tv intitolata: ‘Tagliamoci i capelli in base allo stile di vita socialista’. L’appello alla popolazione (maschile): una tolleranza massima di cinque centimetri di lunghezza per la sommità del cuoio capelluto e da uno a 5 centimetri per i lati e la nuca. Più libertà ce l’hanno gli uomini anziani che possono farsi crescere i capelli fino a sette centimetri prima di recarsi dal barbiere. La campagna, che descriveva i capelli lunghi come sinonimo di ‘decadenza occidentale’, era stata lanciata da Kim Jong-il. Il Caro Leader aveva una particolare avversione per gli uomini con i capelli lunghi che considerava ‘disgustosi’ e ‘impossibili da distinguere dalle donne”.

Il ferreo regime nato nel 1948 lo ha fatto diventare un paese quasi incontaminato, un cosiddetto stato eremita. Il motivo risiede nel fatto che le regole del regime sono durissime e tra queste anche la possibilità di avere non più di 2.000 visitatori stranieri all’anno. E’ impossibile visitare il paese in maniera totalmente indipendente, perché è sempre necessaria una guida ufficiale o un autista. I funzionari del rigidissimo stato della Corea del Nord reprime la libertà di espressione in maniera totale. La maniera occidentale è vista come la peggiore.