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CASTEL DI LAMA – Si è svolta ieri sera l’assemblea aperta promossa dalle amministrazioni comunali di Castel di Lama e Appignano del Tronto per confrontarsi su un argomento molto sentito dalle due comunità: la costruzione della sesta vasca nella discarica Relluce.

 

Presenti in sala consiliare le due sindache Patrizia Rossini e Maria Nazzarena Agostini, il presidente di Ascoli Servizi Comunali Fulvio Mariotti, l’assessore al Comune di Ascoli Valentino Teca, il presidente della Provincia Piero Celani, l’onorevole Luciano Agostini, i tre consiglieri regionali Camela, Perazzoli e Binci, l’assessore all’Ambiente del Comune di Castel di Lama Piero Mozzoni.

 

Le polemiche che ruotano intorno alla discarica Relluce vanno avanti ormai da venti anni, una struttura molto grande costruita a ridosso dei Comuni di Appignano del Tronto e Castel di Lama ma che in realtà si trova entro i confini del Comune di Ascoli Piceno. Una discarica “di periferia” per gli ascolani, che spesso non conoscono nemmeno il luogo esatto in cui si trova, il cui impatto però viene subito totalmente dagli abitanti del luogo.

Da anni viene richiesto di individuare un altro sito dove far convergere i rifiuti e arriva quindi come una doccia fredda la decisione di ampliare quello esistente costruendo una sesta vasca, attualmente in fase di autorizzazione VIA; i disegni del progetto non lasciano presagire nulla di buono, come ha ricordato Patrizia Rossini: “Questa vasca ci spaventa per volumi e dimensioni, è molto grande e ne contiene addirittura altre quattro. Può assimilare un milione e 100mila metri cubi di rifiuti ed è ampia 65.000 metri quadri.I cittadini vorrebbero garanzie dato che noi abbiamo cominciato a lamentarci dei cattivi odori provenienti da lì fin dall’anno 2000″.

Se il primo cittadino lamense ha assunto toni concilianti nei confronti delle parti coinvolte chiedendo “prospettive e garanzie”, meno disposta a compromessi è stata Nazzarena Agostini, che ha esordito dicendo “Rappresento una comunità offesa da venti anni”, una dichiarazione che si commenta con un duplice motivo: “La discarica insiste da troppo tempo sul nostro territorio senza che ci sia stato un progetto a lungo termine; ci hanno detto che la quinta vasca sarebbe stata l’ultima e invece ora ne verrà costruita una enorme. Il secondo motivo sta nel fatto che noi come comunità non siamo stati interpellati e non è stato richiesto il nostro parere; l’impatto ambientale sul nostro Comune è devastante, il nostro territorio è già stato squalificato. Dovremmo essere indennizzati per quello che abbiamo già avuto” ha continuato Agostini.

Il terreno acquistato per l’ampliamento sembrerebbe veramente grande, 17 ettari a detta di Fulvio Mariotti, che difende l’efficienza dell’impianto: “I controlli sono frequentissimi, ho dato l’incarico a società specializzate di effettuare periodiche verifiche. Non c’è stata nessuna fuoriuscita di percolato” ha sottolineato rispondendo all’assessore Mozzoni che ha lasciato intendere come la chiusura bimestrale della discarica sia stata causata dal percolato finito nella falda e nel torrente Chifenti. Il presidente di Ascoli Sevizi ha ribadito, invece, che la chiusura è servita per costruire una copertura sopra la strada di accesso. Se per l’onorevole Agostini “è necessario cambiare il principio di trattamento dei rifiuti, ormai risalente al 1987, se no si scelga un altro sito”, per il presidente Celani “la discarica serve. Anche se riuscissimo, come spero, ad arrivare al 70% di differenziata, una parte di rifiuti dovrebbe comunque confluire in discarica. Tengo a sottolineare che questo territorio non è stato mai in emergenza rifiuti. Il problema sussiste nell’impianto che ormai è desueto e bisogna capire se ci sono le condizioni per migliorarne la tecnologia”.

Il Comune di Ascoli rappresentato da Teca sembra disponibile ad aprire un tavolo di concertazione ma, a sentire i malumori dei cittadini, pare che si sia arrivati ad un punto di non ritorno. Il tre luglio scade il termine per presentare osservazioni al VIA e al progetto, come ha ricordato la rappresentante del Comitato anti-inquinamento “Aria Pulita”, e in queste settimane le due amministrazioni saranno impegnate a visionarlo. Appuntamento il 5 luglio, questa volta ad Appignano, per fare il punto della situazione e capire in quale direzione si sta andando.