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Il libro è una cornice che passa a rassegna “La ragione delle mani”. Nove racconti intrisi di musica e letterarietà guidati dal potere dell’anima e dall’abilità di chi con le mani produce poesia. Le storie parlano di persone e proprio quelle persone parlano di vita votata o piegata, a seconda dell’esito, alla musica. Emidio Clementi è l’autore che per la Playground Edizioni ha composto una scala di personalità, figure e volti che vivono l’amore per la musica tout court; poi ci sono un tavolino con un libro aperto, quadri appesi alle pareti, il concerto in una stanza, un famoso resort, un pianoforte nel bosco. C’è la musica, poi la vita. O viceversa.

Come nasce “La ragione della mani”, dalla stesura al titolo come ha affrontato la composizione della raccolta? “Dopo vent’anni trascorsi sulla scena musicale, mi sembrava venuto il momento di raccontare quel mondo. Non lo avevo mai fatto prima, a parte gli ultimi capitoli de ‘Lultimo dio’. E’ la mia testimonianza d’amore nei confronti della musica, non solo il rock, anche se al centro dei racconti ci sono le persone e le storie. Ho anche cercato uno sguardo obliquo, che si soffermasse più nel backstage che sul palco”.

Il libro si lascia conoscere anche attraverso i reading che porta in scena in diverse città italiane assieme a Corrado Nucci de I Giardini di Mirò. Cosa vuol dire musicare un racconto, ovvero come si trasforma la pagina scritta? “Di solito occorre rivedere lo sviluppo narrativo, snellire la pagina e trovare un ambientre musicale in cui la parola sia a suo agio. Sono spettacoli fragili, in cui è facile distrarsi. Occorre perciò essere i più comunicativi possibili”.

Cantante, autore dei testi e bassista dei Massimo Volume ha da sempre mostrato una forte inclinazione alla produzione letteraria, del resto è la parola che il comune denominatore del mondo musicale e letterario. L’hanno chiamato musicista-scrittore, declinando l’etichetta nell’accezione positiva, qual è il mondo in cui si sente più a suo agio? “Entrambi. Mi considero più uno scrittore nei periodi in cui mi mantengo con le cose che scrivo. Ora per esempio, con il disco alle porte, sto per diventare di nuovo un musicista e lo sarò ancora per un anno buono“.

Sta lavorando a qualcosa di nuovo? Dopo “Cattive Abitudini”, tra settembre e ottobre dovrebbe uscire un nuovo cd, giusto? “Siamo nel pieno delle registrazioni. Il disco uscirà a ottobre. Poi comincerà la tournée”. 

Ora una riflessione, cosa pensa dell’attuale panorama culturale, della caotica offerta letteraria e musicale indipendente? Siamo tutti potenziali scrittori e spesso la qualità deve essere finemente ricercata. Un consiglio, infine, per i giovani che vorrebbero intraprendere il cammino della carta stampata e dei dischi incisi. “Lavorare con la creatività offre l’immenso privilegio di vivere delle proprie idee. Di contro ci si affida a una vita sempre in bilico, con pochissime certezze. Bisogna essere votati a questa vita. Io non so fare altro, ma proprio per questo prendo molto seriamente quello che faccio. Riguardo il momento storico, è inutile lamentarsi. Il mondo è quello che è. Teniamo conto dei cambiamenti e proviamo ad andare avanti. Non vedo alternative”.