Giovane (34 anni), corregionale (di Pesaro), carino (lo dico io), fumettista, grafico, scrittore, musicista, art director, illustratore. Un self-made man, oltretutto, che dal mese scorso è nelle fumetterie con la Raccolta 1992-2012, ultima sua fatica ed allo stesso tempo la prima, perché raccoglie i primi lavori e quelli mai editi, per riallacciare il filo con la sua crescita artistica e umana. Già all’attivo con tre albi a fumetti, un libro per la Rizzoli, inviti e partecipazioni, front man della rock band Altro, Alessandro Baronciani è anche a dialogo con noi per raccontarci del suo lavoro (nella prima parte) e della sua vita (ora). Lasciamogli quindi la parola e continuiamo la lettura.
Sei fumettista (tre volumi già editi per la Black Velvet), illustratore, art director, cantante e musicista, hai un libro per la Rizzoli all’attivo (Mi ricci! L’amore al tempo del T9, 2010) e non credo che le tue passioni si fermino qui. In quale “mestiere” ti ritrovi meglio? “Art director mi piace molto. Se fatto bene è molto divertente. Hai la possibilità di contribuire alla realizzazione di un progetto altrui. È qualcosa che ho imparato lavorando per tanti anni in pubblicità. Il lavoro collettivo che spesso nei fumetti non esiste. Sei solo nel tuo studio a gestire un intero film da solo, cosa che nel cinema invece compete a mille persone.”
Abbiamo visto sul tuo blog le camere decorate e le abbiamo trovate fantastiche, oltre che molto originali. Come sono nate? “Sono stato invitato dal festival Bilbolbul di Bologna ad una residenza d’artista nell’albergo Al Cappello Rosso. Mesi prima ero stato invitato al Museo della Musica dove sono rimasto incantato dalla Stanza della Boschereccia. Una stanza interamente dipinta a trompe l’oil con un giardino fantastico. Quando mi hanno chiesto se volevo realizzare la stanza ho subito pensato alla Boschereccia, ma in chiave moderna e in bianco e nero come i miei disegni. Sono molto contento del risultato e delle persone che in quattro giorni si sono alternati a finire la stanza.”
Vivi a Pesaro e lavori a Milano. A volte viceversa, suppongo. Vuoi raccontarci come è la tua vita in queste due città? “Abbastanza differente. A Pesaro non riesco quasi mai ad uscire. Sto chiuso in studio, che è chiuso dentro casa, a disegnare o spedire email tranne quando è ora di andare al mare. A Milano invece lavoro poco, giro per appuntamenti di lavoro, mostre o anche cinema! Ci sono tutti i film e ci sono sempre tutti subito.”
Abbiamo qualcosa in comune: il panorama visto dal treno mentre si viaggia a nord, con il sole che si affaccia sul mare Adriatico, e tutto il carico di pensieri e riflessioni che porta con sé. Almeno io penso di aver ritrovato tutto ciò nei tuoi fumetti. Sbaglio? “Non sbagli anzi ne sono convinto. Abbiamo uno dei passaggi in treno più belli d’Italia. In qualsiasi ora del giorno è un vero spleen. Ogni volta che passo per andare a Roma vedo la gente che si sposta di posto per mettersi nella direzione del mare. All’alba è magnifico. D’estate o prima della sera in inverno.”
Chi sono gli artisti, in tutti i campi, che hanno influenzato il tuo modo di essere e di lavorare? “Nel mondo dei fumetti sono tantissimi, ne divoro molti. Amo Tezuka, Go Nagai, i Fratelli Hernandez, Davide Toffolo, Peter Bagge.”
Un fumetto che secondo te è sicuramente da leggere nella vita? “Forse Maus di Art Spiegelman. È quello che ha cambiato il mio modo di vedere i fumetti. È una lettura dai 16 anni in su, molto importante. Dai 16 in giù invece consiglio Calvin e Hobbes.”
Un libro sicuramente da leggere? “L’insostenibile leggerezza dell’essere di Kundera di cui non ricordo niente, ma se ci ripenso ho la stessa sensazione di soddisfazione e divertimento e romantica passione nel leggerlo, la stessa che ho per Gli amori difficili di Calvino.”
Un film da vedere? “Almeno tre: Il cielo sopra Berlino, American beauty e qualcosa di Tsukamoto.”
Un album da ascoltare? “Almeno cinque: Pj harvey: Dry; Cocteau twins: Treasure; Siouxsie: Through the looking glass; Joy Division: Still, The Cure: The top.”
Il tuo lavoro che ti soddisfa di più? “La Raccolta!”
Il lavoro che sogni di realizzare prima o poi? “Curare tutta la veste grafica di una casa editrice o di una casa discografica.”
Come è stato il Bilbolbul? “Fantastico. È uno dei festival, insieme a quello di Treviso, dove mi trovo più a mio agio. Fatti con cura e a dimensione di fumetto.”
Dove e come ti vedi tra dieci anni? “Spero di vedere il Giappone prima di dieci anni.”
Ho letto altre interviste che ti hanno fatto, tutte molto professionali: ti rendi conto che non è stato questo il caso? Va bene lo stesso? “Sono state domande fantastiche, mi è dispiaciuto non poterci rispondere prima, credevo di avere tempo in Albania ma alla fine l’ho girata tutta in meno di una settimana, e quando tornavo a casa cadevo direttamente nel letto.”
Ringraziamo di cuore Alessandro e, per finire, un consiglio personale: andate a guardare il suo canale YouTube, davvero “gustoso”!
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