Sono trascorsi 27 anni dalla tragedia della centrale nucleare di Chernobyl, ma il segno di quelle immagini della cittadina fantasma distrutta dalle radiazioni rimane indelebile nella memoria. Il 26 Aprile 1986 un reattore della centrale nucleare esplose generando radiazioni di dimensioni catastrofiche. Per anni la nube radioattiva arrivò a inquinare circa 20 paesi europei, compreso il nostro. Non si potevano mangiare ortaggi e frutta e i cittadini che abitavano nella zona del disastro furono costretti ad sgombrare per molto, molto tempo. 336.000 persone che abitavano in prossimità e distanti dalla centrale dovettero sgomberare dalle loro case per non fare mai più ritorno.
L’Italia accudì e ospitò circa 500 mila bambini bielorussi. Dalle dichiarazioni ufficiali dell’Onu 65 sono i morti accertati e 5.000 i decessi di persone che avevano tumori o leucemie. Nel corso di 70 anni si parla di 6.000.000 decessi su scala mondiale (anche se sono dati contestati dalle associazioni antinucleariste). Per non parlare di nascite di bambini con malformazioni genetiche generate dalle radiazioni. Nonostante si dica che il pericolo sia scampato, la notizia del ritrovamento di cinghiali radioattivi che presentavano elevate quantità di cesio 137, ricondotto agli incidenti di Chernobyl. Insomma, un disastro incancellabile, un avvenimento devastante di cui portiamo il segno ancora oggi.