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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Dopo la conferenza dei sindaci di oggi, interviene il presidente regionale dell’Aiop, l’Associazione Italiana Ospedalità Privata per spiegare i motivi di non condivisione della proposta riorganizzativa del sistema sanitario regionale per quanto concerne il settore privato. La mancata concertazione creerebbe, infatti, gravi difficoltà organizzative per le strutture dell’Aiop, ovvero una monospecialistica e tre multispecialistiche. “Noi siamo, tutto sommato, la seconda gamba del sistema sanitario e quindi riteniamo estremamente discriminante apprendere dai giornali ciò che qualcun’altro ha deciso per noi senza minimamente interpellarci, atteso che siamo privi di accordi regionali dal 2010 per le monospecialistiche e dal 2011 per le plurispecialistiche”, viene annunciato in una nota stampa.

 

Insistono nel territorio 207 posti letto per le multi e 75 per le mono, ma la riforma ne prevede rispettivamente 133 e 47 con un abbattimento sensibili del 36%, mentre i letti da ricovero in lungo degenza ne sarebbero 11. “Abbiamo effettuato secondo i dati del 2012 11mila ricoveri della regione e 15mila da fuori regione, mentre 85mila sono state le prestazioni ambulatoriali della regione e 42mila da fuori regione. – comunica – Circa 1500 ricoveri inviatici dai pronto soccorso dei due ospedali e già nei primi quattro mesi di quest’anno ne abbiamo ricevuti oltre 500”. Questi numeri confermerebbero il grande lavoro e l’importante funzione delle strutture privata che, di fronte a un taglio netto dei posti letto, non avrebbero abbastanza letti per far fronte alla domanda. Secondo la riforma, infatti, si prevede una riduzione di 16 posti letto a villa San Marco, 37 a Villa Anna , 21 a stella Maris e, infine, 28 alla San Giuseppe.

 

“Noi sosteniamo che togliere i posti letto al privato, visto che sono già pagati nei budget, è una finzione che non porta alcuna economia ma che danneggia ulteriormente il sistema; altra cosa è la riduzione del budget ma per questo la spending li ha già ridotti del 2,50% nei tre anni. – spiega con precisione il presidente, che sottolinea aver appreso tali notizie dai giornali e non da comunicati ufficiali e concordati – Ci siamo dichiarati disponibili anche a ulteriori abbattimenti purché sostenibili e che non comportino riduzione di personale”. Allo stato attuale tale manovra comporterebbe sicura riduzione di posti di lavoro, che attualmente conta 325 dipendenti, 36 medici e 200 liberi professionisti, riduzione di ricoveri e, quindi, aumento della mobilità passiva e diminuzione di quella attiva che nel 2012 è stata di 22milioni di euro.

Ed ecco l’appello ai sindaci a “non sottovalutare il fatto che se un dipendente pubblico rischia al massimo il trasferimento in altro luogo di lavoro, quello privato rischia la perdita secca del posto di lavoro non essendo previsto, al momento, alcun ammortizzatore sociale per la nostra categoria”. Infine dei numeri che, conti alla mano, forniscono il reale rammarico del presidente regionale: “incidiamo per il 2% sulla spesa sanitaria della regione”.