RIPATRANSONE – Proprio in questi giorni il teatro Mercantini accoglie un vero e proprio progetto di residenza creativa ospitando le prove di allestimento di “Studio su Madame Bovary” con Chiara Favero, il nuovo lavoro di Luciano Colavero che firma drammaturgia e regia, prima tappa del progetto Grandi romanzi#1 – il bovarismo. Lo spettacolo è una produzione di Strutture Primarie, in collaborazione con Fondazione Luigi Mercantini ed è realizzato nell’ambito di M.A.MA – Fondo di Mobilità degli Artisti Marchigiani, un altro importante progetto di Regione Marche e Amat a sostegno dei “creativi di casa nostra”.
Venerdì alle 10.30 gli attori della compagnia teatrale incontreranno i ragazzi del Liceo scientifico della città. “L’incontro con le nuove generazioni – afferma il regista Luciano Colavero – è un elemento molto importante in questa fase del progetto. Far vedere loro alcune prove dello spettacolo, spiegare che tipo di sviluppo ha avuto il lavoro sul testo e la realizzazione scenica in un confronto continuo con la sensibilità di chi guarda è un modo per noi di creare delle linee di comprensione e d’interpretazione, anche sorprendenti rispetto al progetto iniziale. Non è solo l’incontro con il pubblico, naturale bisogno di uno spettacolo, è un confronto diretto con chi è nato nella società fluida del consumo globale, una società che vive a contatto con un’idea di protagonismo in cui il soliloquio ormai esiste solo in base al numero dei ‘mi piace’ che genera“.
“Rileggendo Madame Bovary oggi – prosegue Colavero – si ha una forte sensazione di familiarità. La sua fuga nell’impossibile, i suoi desideri irrealizzabili, la sua compulsione al consumo, all’acquisto di ciò che non ha, di ciò che non è, ci parla in maniera terribilmente attuale. Dai suoi tempi non è migliorato nulla. Raramente si è felici di ciò che si è, si desidera spesso avere di più, oppure di meno, di ciò che si ha, si desidera sempre altro, si desidera essere diversi e si comprano un’infinità di cose inutili. Spesso non si può pagare, non si arriva a pagare, ma si continua a comprare, perché non si corrisponde ancora all’immagine che si vorrebbe avere di sé, perché mentire su se stessi, sul proprio ruolo, sulle proprie ricchezze, sui propri titoli è sempre meglio che essere semplicemente se stessi. Non so che volto avrebbe, ma sono certo che Emma Bovary, se vivesse oggi, non sarebbe diversa da molti di noi. Il bovarismo non è più il destino delle provinciali nevrotiche. Molti uomini e donne potrebbero dire, con le parole di Flaubert: Madame Bovary, c’est moi!”.
Le scene dello spettacolo che a Ripatransone sta prendendo forma sono di Alberto Favretto realizzate da Marcello Colavero, Alberto Favretto e Marta Montevecchi, i costumi di Stefania Cempini, il suono di Michele Gasparini, le luci di Luciano Colavero e l’organizzazione di Simona Rossi.