Articolo
Testo articolo principale

“Aprile è il mese più crudele, genera Lillà dalla terra morta, mescola Memoria e desiderio, Stimola Le sopite radici con la pioggia primaverile”. Questo è l’incipit del poema di Eliot La terra desolata. Ora direte… noooo la poesia nooo!!! E invece, contro ogni logica di consumo che ritiene sempre inadatta la lingua poetica al mondo dei comuni mortali (soprattutto se web-utenti) voglio consigliare, in questa occasione, alcuni libri di poesia. I motivi sono due. Il primo è dato dal fatto che molti sono quelli che tramite twitter, facebook e gli altri social utilizzano i loro profili per citare, spesso con risultati grotteschi e ricchi di deprimenti errori, i grandi poeti del passato e del presente.

Analizzando un pochino il web i più abusati sono nell’ordine: Alda Merini, Pierpaolo Pasolini e Charles Baudelarie. Di questi autori, complessi, impegnati, controversi e vissuti “in direzione ostinata e contraria” (per citare un altro poeta gettato troppo spesso in pasto alla lettura decontestualizzata del web) facebook riporta spesso foto stile santino con alcune frasi buttate lì a caso che spesso tolgono profondità e valore al pensiero da loro espresso e vissuto. Per fare un po’ di giustizia, cercherò in questo post, di segnalare alcuni libri di poesia, passata e presente, che secondo me, possono essere belli da leggere, rileggere, assaporare.

Gli Italiani. Popolo di santi poeti e navigatori. Ora, dati i tempi duri, santi se ne vedono pochi, e la parola navigatore farà venire in mente ai più i famigerati sistemi gps immancabili anche nel più semplice degli smartphone; tuttavia poeti che ne sono ancora, viventi per giunta! Sì, signori esistono ancora alcuni nostri compatrioti che scrivono poesie e addirittura ne scrivono di belle. La prima che vi segnalo è Silvia Bre, poetessa (che mi fu consigliata tempo fa da una amica lettrice) autrice del volume Marmo. Accanto a questa autrice poi vi segnalo un altro vivente (certo che è strano doverlo specificare così), Gianni D’Elia, di cui mi fa piacere segnalare il lavoro edito da Sigismundus nel 1977. A questi aggiungo un’autrice scomparsa non tantissimo tempo fa, Amelia Rosselli, di cui consiglio caldamente il meridiano L’opera poetica.

Il panorama estero è ancora più complesso. Le ragioni sono diverse. Innanzi tutto leggere la poesia tradotta è sempre simile a mangiare una fiesta con ancora la carta intorno, poi trovare anche testi in lingua è un’impresa… tuttavia segnalo con piacere alcune raccolte che possono a mio avviso ovviare al problema trattandosi di libri con il testo a fronte capaci quindi di aiutare i lettori a sentire un po’ la musica della lingua d’origine senza essere penalizzati dalla non perfetta comprensione. In questo caso vi segnalerò autori contemporanei anche ormai scomparsi. Primo autore: Costantino Kavafis. Sì lo so è morto nel 1933 ma era greco e le sue poesie sono così attuali da sembrare scritte oggi. Una su tutte: Aspettando i barbari, nella versione letta da Vittorio Gassman e Itaca letta da Vinicio Capossela.

VITTORIO GASSMAN CHE LEGGE ASPETTANDO I BARBARI

VINICIO CAPOSSELA CHE LEGGE ITACA

In secondo luogo vi segnalo una poetessa che sebbene a lungo dimenticata è tornata in auge proprio grande ai mezzi di comunicazione di massa, a dimostrazione che a volte anche questi famigerati cattivi maestri sono utili. L’autrice è la Symborska di cui però non cito il libro segnalato da Saviano nella ormai storica puntata di Che tempo che fa, ma l’ultima raccolta: Due punti. Infine voglio indicarvi un autore vivente, italiano e straniero insieme e che, se non bastasse, è anche un amico: Carlos Sanchez e la sua ultima raccolta Tutto scorre come un fiume.

E i vostri poeti chi sono? Scrivetemi all’indirizzo info@bibliodiversita.it