Riprendiamo il filo della conversazione iniziata con Giuseppe Palumbo, a cui in questo mese la Casa Editrice Astorina ha deciso di affidare una parte del racconto e la copertina del nuovo Diabolik – I segreti di Morben. Ma non ci sono solo Eva Kant e il ladro dagli occhi di ghiaccio nella valigia del grande autore/disegnatore italiano, che ha ancora molto da raccontarci…
Alcmane, Spartaco e Scipione l’Africano, “Il dottor Zivago” di Pasternak e “Diario di un pazzo”, la prima novella cinese moderna: i suoi adattamenti a fumetti tracciano un forte legame col passato storico e col mondo della letteratura, e lei non ha mai fatto mistero del debito contratto in quest’ambito con artisti del calibro di Battaglia, Magnus e Pratt, suoi illustri predecessori e maestri. Oltre a quella di questo felice connubio, quante altre strade sono percorribili per dare sempre nuova linfa al fumetto? “Il fumetto è un linguaggio che può raccontare tutto, non ultima la poesia o la saggistica, la letteratura e la cronaca. Sul mio blog Troglodita sto portando avanti da qualche anno una ricerca di tipo intimistico-poetico, con il collettivo Action30 ho creato storie di taglio filosofico-politico, divenute anche performance live e motion comics… Con il mio ultimo libro edito da Comma22, L’elmo e la rivolta, creato con Luciano Curreri, docente universitario a Liegi, ho esplorato visivamente un saggio di storia della cultura, intorno alle figure “mitiche” di Spartaco e Scipione. Sì, insomma, non sto fermo un attimo”.
Chiudiamo con lo spunto che ha propiziato l’intervista. Dall’inizio degli anni Duemila, grazie a “nerissime” interpretazioni specialmente di episodi legati al passato del Re del Terrore, piene di energia per lo spiccato senso del movimento e dell’azione, ma nel contempo elegantissime per la raffinatezza del tratto e la meticolosità e la precisione nello studio delle ambientazioni, è iniziata la sua collaborazione con lo staff dell’Astorina, di cui è diventato un disegnatore di riferimento. Cosa vuol dire collaborare con una Casa Editrice così prestigiosa e confrontarsi con un personaggio così fortemente radicato nell’immaginario collettivo come Diabolik? “Un grande onore e una grande responsabilità. Disegnare le storie di un personaggio che ha scavalcato i confini del mondo dei fumetti tout court per diventare una icona della cultura italiana, non è poco. Chiunque, in Italia almeno, conosce Diabolik, magari anche senza averne mai letto una storia! E questo non è poco… Una bella avventura che va avanti da dieci anni ormai. Penso di aver trovato una casa molto accogliente, oltre al grande onore di cui sopra. Con ogni tavola che disegno, provo a comunicare questo senso di rispetto che nutro verso il vasto pubblico che ho di fronte, verso la redazione che mi sostiene, verso i maestri che mi hanno preceduto e che mi affiancano. Vorrei invece spendere due parole su alcuni miei fumetti usciti nel corso del 2012, a cui sono legato. Il primo è il terzo volume della collana Troglodita, Morbido improvviso, dedicato alla fine tragica di mio padre e alla mia esperienza con la sua malattia e morte, ma anche a lui come figura estremamente vitale; edito a Matera, da La Stamperia, distribuito in libreria e on line. Il secondo è “Sei tocchi di lame – Vita, morte e miracoli di Sant’Andrea Avellino” edito da Edizioni La Cometa di Roma; anche questa una storia lucana, dedicata a un santo importante della Controriforma Cattolica, nato nella mia regione, in occasione del terzo centenario della sua canonizzazione”.
Ringraziamo Giuseppe Palumbo per la cortesia e la disponibilità dimostrate, e gli auguriamo buon lavoro. Ad maiora!
(In collaborazione con l’Associazione Culturale Dimensione Fumetto di Ascoli Piceno)
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