FORCE – C’era una volta Force, piccolo centro collinare, conosciuta in tutte le Marche e oltre come il paese dei “callarà”, cioè dei ramai. Soppiantata dall’arrivo delle macchine, questa sua prerogativa, se non del tutto, è andata scomparendo. Il progresso tecnologico ha comportato conseguenze anche dolorose tanto che cercare di ignorarle non ci aiuta ad andare da nessuna parte. Alla scomparsa dei ramai, in primo luogo non vi è mestiere che le nuove tecnologie abbiano radicalmente modificato. A Force, i ramai che esercitano ancora questo mestiere, sono in tre più un fabbro.
In una di queste botteghe ancora operanti mi accoglie Ferdinando Grazioli, ramaio da parecchi lustri: “A Force, siamo rimasti in tre a lavorare il rame a mano senza l’ausilio di nuove tecnologie. Siamo in tre in età avanzata, senza un futuro certo che questo mestiere sopravviva dopo che noi non ci saremo più. Perché? Perché mancano i ragazzi i ricambi che considerano questo lavoro non gratificante e nel contempo cominciano a scarseggiare anche le fonderie”.
“Bisogna che i ragazzi comincino a imparare il mestiere sin da piccoli – continua Ferdinando – perché questa attività richiede anni di preparazione e dedizione. Perciò, il futuro dei ramai, a Force, è nei giovani, affinchè Force resti il paese dei callarà. La mia è una storia lunga, iniziata tanto tempo fa quando da bambino mi recavo in bottega da mio padre, per imparare il mestiere. Cosa che i ragazzi di oggi non farebbero mai. Ho parecchie primavere, ma come vede continua a lavorare perchè questo lavoro mi nobilita. Ma sono fiducioso sul futuro. Credo che nella scuola si gioca il futuro del ns Paese e non solo di Force”.