In ogni forma d’arte ci sono stati degli autori definiti “spartiacque”, che hanno creato un “prima” e un “dopo” con il loro operato, che hanno cambiato e/o allargato gli orizzonti di quella forma d’arte. Nel fumetto ci sono stati molti autori che hanno cambiato molte cose, ma probabilmente uno solo ha davvero imposto un’influenza che poi si è ripercossa in tutto il globo, non solo nel fumetto, ma in molte forme d’arte: Jean Giraud.
RIVOLUZIONARIO FRANCESE
Forse non tutti sanno che culturalmente, nella metà degli anni ’70, ci fu un’altra “rivoluzione francese” con la nascita della rivista Metal Hurlant che portò tanta innovazione nell’immaginario fantastico e Giraud ne fu uno dei fondatori e autore principale. La sua polivalenza era tale da definirsi in modo diverso a seconda della storia che doveva realizzare: “Gir” oppure “Moebius” . Esiste un saggio su questa doppia personalità: Moebius Giraud. Il mio doppio io. L’autobiografia del genio dell’immaginario fantastico.
GIR E MOEBIUS
Sotto l’abbreviazione del suo cognome, l’artista realizzava le storie più classiche, soprattutto Blueberry, fumetto western di stampo classico ma disegnato dettagliatamente e dal ritmo avvincente, che è ritenuto uno dei massimi capolavori del fumetto western e il cui successo è stato costantemente a livelli straordinari. Da segnalare un discusso film tratto dal fumetto interpretato dal Vincent Cassel. Il suo modo di disegnare dettagliato e documentato rende il fumetto un esempio ottimo di chi vuole disegnare dalle basi (anatomie, ambientazioni, ecc.). Moebius: con questo pseudonimo realizzava invece i lavori artisticamente più liberi, allargando in modi illimitati il potenziale del fumetto, in un modo che sarà sempre difficile contestualizzare o definire metodo. “Quando faccio Moebius, mi spalanco all’unica necessità di essere qui, nel presente. Ciò mi obbliga a mettere in moto tutto quello che so, tutto quello che sono, tutto quello che ho letto, visto, provato. In quei momenti io non esisto più: la mia mano diviene autonoma“. Questo dichiarava il maestro, e se analizziamo i risultati sono stupefacenti anche per chi non è disegnatore. Oltre a passare dal realistico alla caricatura nella stessa storia in modo armonioso, riusciva a creare mondi, abiti e personaggi di un’originalità disarmante. La sua fantascienza non è “profetica” poiché è talmente avanti da essere “unica” e incredibilmente originale e distante dalla realtà. Il suo modo di disegnare oggetti che volano aveva una “magia” difficile da descrivere o da imitare, oltre a realizzare storie che vanno oltre la struttura classica, andando oltre la tecnica: protagonista forte /antagonista leggermente più forte /protagonista inizialmente sopraffatto /conclusione con risoluzione della leggera inferiorità del protagonista con stratagemma.
LE OPERE
Il Garage Ermetico era improvvisato di volta in volta senza una struttura, creando più una simbiosi con l’immaginazione crescente con il lettore e l’inventiva dell’autore. Per cercare di essere chiari: immaginate di sentire un pezzo musicale improvvisato facendovi cullare e sarete in sintonia con i musicisti senza capire dove si va a finire. Stessa cosa per questa storia a fumetti, che ha comunque un finale meraviglioso. Da citare anche Long Tomorrow scritta da Dan O’Bannon, con un’ambientazione che ha molto a che fare con i film ritenuti capolavori del cinema fantastico, usciti poco dopo; non a caso O’Bannon era lo sceneggiatore di Alien. Ultimo ma non ultimo “La Deviazione”, con tutta probabilità il primo fumetto metafisico che parla dello stesso autore che diviene protagonista della storia. Altre opere da citare sarebbero Incal, scritta da Alejandro Jodorowsky, Arzach e tante, tante altre. Quando morì, ben più di un giornale lo definì il papà di Blade Runner. Ad un anno dalla sua scomparsa, proprio in questo periodo, la Paninicomics pubblica una serie di volumi con le sue opere più importanti Absolute Moebius: basterebbe avere questa serie di volumi per possedere l’essenziale del maestro francese. Insomma, per chi non lo conosce: se siete stanchi dei soliti fumetti e volete qualcosa che vi spiazzi e poi vi incanti, concedetegli un po’ più di uno sguardo. Penso che alla fine il buon Jean se lo sia meritato.
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