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advASCOLI PICENO – Triste primato per la città di Ascoli. Palazzo Arengo è primo in Italia in termini relativi per differenziale tra quanto dovrebbe costare la macchina amministrativa e quanto in realtà costa. A stilare la tabella è “Il Sole 24 Ore” nell’edizione dell’11 febbraio 2013, a sollevare la questione sono gli esponenti della lista civica L’Alveare per Ascoli. In particolare, le spese per mandare avanti gli uffici che si occupano di entrate, servizi tecnici, anagrafe, stato civile ammontano nel capoluogo piceno a 14,4 milioni di euro, mentre il fabbisogno standard sarebbe di 7,3 milioni di euro. Un differenziale del 96,5% che regala ad Ascoli il podio di Comune sprecone. La ferma denuncia arriva da Marco Regnicoli, capogruppo de L’alveare per Ascoli e da altri esponenti della lista.

Con questa “punzecchiata” le api de L’Alveare danno di fatto il là ad una serie di iniziative che rientrano nel più ampio progetto, “Pungica con noi“, volte proprio a stimolare il dibattito attorno a temi importanti per la città. La questione che pone Regnicoli è questa: “Dove si annidano gli sprechi della città?”. Il leader de L’Alveare propone dunque una riflessione seria attorno al punto, magari fatta congiuntamente con l’Amministrazione comunale, perché “non possiamo chiedere sacrifici ai cittadini con le imposte e poi il Comune spreca”. In termini assoluti Ascoli mantiene il quinto posto di questa classifica negativa che vede il podio occupato da città come Napoli, Roma e Firenze. La preoccupazione è che se i parametri utilizzati per redigere questa hit parade avessero trovato la conversione in un decreto legge, si sarebbero tradotti immediatamente in tagli alle entrate per il comune stesso, secondo un’ottica che avrebbe dovuto premiare le amministrazioni parche e penalizzare quella dilapidatrici di risorse pubbliche. La chiusura dell’esperienza del governo Monti ha frenato questa eventualità: ma in futuro cosa potrebbe accadere?