ASCOLI PICENO – “Nella bella Ascoli dove poniamo la scena per antica ruggine scoppia fra due famiglie di pari nobiltà una nuova rissa”. Scomodiamo Shakespeare non a caso. Dopo il risultato elettorale di molto inferiore alle aspettative, nel Pd piceno si rinvigorisce l’antica faida tra agostiniani e canzianiani. A sferrare il primo colpo, l’assessore regionale Antonio Canzian che tira in ballo addirittura il “trasformismo” per rimproverare quanti dopo il voto si sono lasciati sfuggire la fatidica frase: “Forse con Renzi avremmo vinto“.
“Nella migliore tradizione del trasformismo italico, si è scatenata all’interno del Pd la gara a ribaltare su altri la responsabilità di un risultato elettorale deludente anche se prevedibile da tempo. Quello che però sconcerta è che dirigenti di partito che si sono schierati compatti con Bersani, oggi, improvvisamente, scoprano che con Renzi il Pd avrebbe vinto”. Un affondo contro il primo cittadino di Offida Valerio Lucciarini che nei giorni successivi al voto si sarebbe abbandonato a una riflessione enucleando gli errori compiuti dal Pd, primo fra tutti il non aver capito che Matteo Renzi forse, avrebbe saputo rispondere meglio alla voglia di cambiamento degli italiani. Dov’era questa stessa classe dirigente – prosegue Canzian – quando bisognava fare una nuova legge elettorale, ridurre il numero dei parlamentari, riformare il finanziamento pubblico dei partiti, abolire la miriade di enti, utili solo a sistemare esponenti di partito? Si è compreso che il confronto, o meglio , lo scontro per molti elettori non era tra destra e sinistra, ma tra chi era dentro il Palazzo e chi era fuori?”.
La risposta del giovane amministratore offidano arriva a mezzo Facebook: “Certi autorevoli esponenti del mio partito non ce la fanno a dire abbiamo sbagliato“. Ma Canzian non si ferma e si scaglia anche contro i Giovani democratici, rei di non aver saputo intercettare il voto giovanile, confluito poi nel Movimento 5 Stelle. Gli under 30 preferiscono non rispondere per non alimentare polemiche. Solo dall’ex segretario provinciale Francesco Ameli una velata accusa di immobilismo rivolta alla dirigenza cittadina. Insomma tra le macerie del post voto, si rinfocola l’antica faida tra agostiniani e canzianiani, quella che a questo punto potrebbe terminare solo con l’uscita di scena dei due protagonisti principali. D’altronde su un punto almeno le due parti concordano: la necessità di un rapido rinnovamento della classe dirigente.