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ASCOLI PICENO – Il consigliere comunale Stefano Corradetti presenta un interrogazione al sindaco Guido Castelli e al presidente del Consiglio Comunale Umberto Trenta in merito all’eventuale chiusura da parte dell’Università di Camerino di tre Corsi di Laurea con sede ad Ascoli: Tecnologie e Conservazione per il Restauro dei Beni culturali, Informatica Industriale e design. Nel testo si chiede soprattutto cosa si vuole fare per impedire tale provvedimento.

 

Ecco alcuni stralci dell’interrogazione.
“Nella giornata di ieri abbiamo appreso, con sgomento, della volontà di imminente chiusura da parte dell’Università di Camerino di tre Corsi di Laurea con sede ad Ascoli: Tecnologie e Conservazione per il Restauro dei Beni culturali, Informatica Industriale e design. Sembrerebbe, infatti, che sfruttando un decreto che introduce restrizioni ai corsi di laurea, l’Università di Camerino, in modo sicuramente grossolano dopo innumerevoli difficoltà relativamente anche alla disponibilità gratuita e non a pagamento delle sedi ad Ascoli, avrebbe deciso, senza valutare la qualità, l’efficacia, e il numero di iscrizioni, di eliminare dei corsi nella nostra Città per aprirne uno nuovo a Camerino. Il corso di Tecnologie e Conservazione per il Restauro dei Beni Culturali, ad esempio, ha risultati superiori anche a prestigiosi atenei di rilievo nazionale: 3° assoluto in termini di occupabilità (davanti addirittura a Firenze), è il corso ad Ascoli col maggiore gradimento degli studenti, è 7° per immatricolati in Italia e superiore alla media nazionale con un trend in controtendenza in ascesa. Nonostante una positività indiscussa sia numerica sia qualitativa, ci sembra assolutamente ingiustificabile l’ipotesi di chiusura.
Una miscela esplosiva, insomma, è venuta maturando, a danno della Città di Ascoli. Una miscela, purtroppo, dove le responsabilità sono sicuramente diverse, ma alle quali ci sembra abbia contribuito molto attivamente a determinarle anche il nostro Sindaco, sia nella negativa gestione dei rapporti, sia nel non aver affrontato il problema delle sedi per tempo trovando, magari, soluzioni temporanee in attesa del termine (non imminente) della fine dei lavori presso l’ex Ospedale Vecchio. Grazie alle giunte Celani e Castelli, oggi, dopo tredici anni da quel giugno dell’anno 2000, quando la regione stanziò quindici miliardi di vecchie lire per il Polo Universitario, i lavori non sono stati ancora ultimati e non sappiamo se in modo più o meno determinante influiscano su scelte così scellerate per la città come quella della chiusura di tre corsi universitari.
Purtroppo ancora una volta l’amministrazione comunale perde tempo dietro a fiere, feste, sagre, e pseudo iniziative culturali mentre per sciatteria o trascurataggine rischiamo di perdere parte della presenza universitaria nella nostra città”.