ASCOLI PICENO – La Provincia di Ascoli Piceno potrebbe presto avere una propria fisionomia, o almeno questo è ciò che sperano gli organizzatori del convegno “Val Vibrata e Valle Castellana Nelle Marche”, svoltosi martedì scorso e promosso dal Movimento autonomo piceno. Nasce quindi un nuovo movimento che si propone di intraprendere la via referendaria affinché una parte di Abruzzo possa divenire Marche.
Mario D’Emidio, coordinatore del movimento, ha spiegato come il sentimento in Val Vibrata e Valle Castellana sia comune, visto che in poco tempo sono state raccolte oltre 4.000 firme per sollecitare i propri sindaci a indire il referendum consultivo per l’aggregazione di quelle comunità alla Provincia di Ascoli Piceno. Il convegno è servito per sollecitare, invece, la risposta delle istituzioni ascolane: accoglieranno i vicini abruzzesi?
Sandro Maretti, portavoce dell’associazione Vibrata Picena di Nereto, ha illustrato le motivazioni storiche, etniche, linguistiche e culturali dell’iniziativa intrapresa. Ha riferito l’esito dei ripetuti incontri che l’associazione ha avuto con i sindaci e con l’Unione dei Comuni della Val Vibrata, evidenziando lo straordinario consenso riscosso nella campagna di sensibilizzazione e raccolta di firme organizzate nelle piazze di sette dei Comuni interessati. Ha preannunciato che la raccolta di firme proseguirà molto presto anche nelle altre sei cittadine. Giulio Giovannini, presidente del comitato promotore di Valle Castellana e Altobrando Pupi, consigliere comunale, hanno spiegato ai presenti le ragioni concrete che muovono l’esigenza di annessione ad Ascoli, come l’imminente accorpamento dei servizi nei piccoli Comuni abruzzesi distanti molti kilometri tra loro. Hanno chiesto al sindaco di Ascoli Piceno di poter accorpare almeno tre dei servizi, imposti dalla recente legge, con il Comune di Ascoli, con cui il Comune di Valle Castellana già condivide l’appartenenza alla diocesi e al tribunale.
Cauto Guido Castelli, sindaco di Ascoli Piceno, che ha espresso la piena disponibilità ad esaminare la richiesta, mentre Armando Falcioni, presidente del consiglio provinciale di Ascoli Piceno, e Giuseppe Mariani, assessore provinciale di Ascoli Piceno, cofondatori del Map, hanno affermato che per motivi comprensibili non possono essere fautori di operazioni di secessione, ma hanno anche evidenziato che la grande risposta popolare all’iniziativa referendaria dimostra il fondamento profondo delle comuni esigenze di un vasto territorio in cui si condividono servizi, strutture ospedaliere e un’importante area industriale. Sulla stessa lunghezza d’onda Achille Buonfigli, consigliere provinciale di Ascoli Piceno eletto nelle liste del Map, il quale ha ribadito che l’aggregazione delle due valli confinanti al Piceno sarebbe un’opportunità epocale per tutti i cittadini interessati, per dar vita al primo nucleo di ricostruzione di un “Grande Piceno”, entità culturale, sociale ed economica omogenea, che non può più essere lasciata divisa, pena la compromissione delle sue future possibilità di sviluppo.