Ultimi quattro mesi della vita di Abraham Lincoln, nella quale cambiò le sorti dell’umanità, ponendo fine alla schiavitù dei neri in America. Il regista Steven Spielberg ha il raro dono di riuscire a eludere gli stereotipi classici delle statiche e sempre uguali produzioni hollywoodiane, realizzando pellicole di grosso budget, per le masse, piene però di contenuto e maestria. Ogni suo film riesce a colpire lo spettatore per l’intensità e la drammaticità che mette in scena, facendolo letteralmente sognare e commuovere.
Con Lincoln non fa eccezione, mettendo in scena con maestria la parte finale della vita del 16° presidente degli Stati Uniti d’America. La forza del film sta nel trattare Abraham Lincoln non come, o non solamente, uomo politico, bensì come uomo e come padre, infondendo maggior dramma alla pellicola. Bravissimo Daniel Day-Lewis che, però, non mette in scena la sua migliore interpretazione. La vera pecca del film è, se vogliamo trovarla, paradossalmente, la fedeltà agli eventi storici: si da molta importanza alla questione storica, agli eventi, come in una sorta di documentario, e si ha l’impressione di non concentrarsi troppo sulla figura di Lincoln ma sulle sue azioni. Pecca che comunque viene tranquillamente gestita dalla sceneggiatura del bravo Tony Kushner. In conclusione non il miglior film di Spielberg, causa la freddezza con cui viene la persona di Lincoln, ma comunque un ottimo film storico.
PIACERÀ – a chi vuole vedere un ottimo film storico.
NON PIACERÀ – a chi non vuole vedere un film storico, anche se difficilmente può non piacere.
LINCOLN
REGIA Steven Spielberg
SCENEGGIATURA Tony Kushner
ANNO 2012
CON Daniel Day-Lewis, Sally Field, Joseph Gordon-Levitt, Walton Goggins