Sonata alla luna sul mare di Martina Oddi comincia e finisce sulla spiaggia. Un racconto – breve – in cui l’autrice sambenedettese parla d’amore, dei suoi limiti, dei giri che spesso fa per ritornare al punto di partenza. Silvia è una giovane che sfida le prove che la vita le mette di fronte e allora ecco arrivare viaggi, incontri e meraviglie.
Cominciamo dall’ambientazione. Lei è di San Benedetto del Tronto. Le sue origini hanno in qualche modo compartecipato all’immaginario creato nel racconto? “Sicuramente sì. Il mare e le suggestioni, le emozioni che evoca fanno da naturale sfondo agli eventi. Non si tratta solo di un paesaggio ma di un modo di sentire la vita, in continuo movimento, seguendo I corsi e I ricorsi dell’esistenza e cercando di resistere alle correnti”.
Nel racconto si parla d’amore. Un amore non lineare a volte, che torna dal passato, che viene messo alla prova e a volte fallisce. Quali sono le difficoltà per uno scrittore di rappresentare l’amore in letteratura e quali invece i punti di forza? “L’amore secondo Platone era il messaggero degli Dei. Già gli antichi avevano sentore del potere immenso che ha questo sentimento, che muove la parte buona del mondo. Per me scrivere d’amore significa raccontare le sfumature dell’esperienza che portano le persone a seguire il proprio destino. Fino a quando la verità delle emozioni porta alla luce la strada che ognuno di noi deve percorrere”.
Come nasce la Martina Oddi scrittrice e quando? “Scrivere è sempre stato un modo di riflettere sulla mia esistenza e le mille alternative e declinazioni che poteva assumere nelle storie della mia mente. E’ un modo per vivere tante vite e imparare da ciascuna i segreti per la felicità. Non a caso la mia ultima raccolta di racconti si chiama La scoperta dell’Eden”.
Che spazio vede per la letteratura e gli scrittori in un territorio come il nostro? “La nostra terra è molto viva, e sebbene alcune forme di espressione della sua arte siano ancora acerbe, questo riguarda soprattutto la fruizione del nostro patrimonio, più che una carenza nella produzione. I giovani artisti fanno fatica a inserirsi nei circuiti ufficiali e ad acquisire visibilità. A causa della crisi forse, ma sta di fatto che oggi in Italia chi non conosce le persone giuste e non viene segnalato è fuori dal sistema. Questo è vero anche per la cultura”.