Presentando questa nuova uscita delle edizioni Planet Manga, mi sento di allegare una precisazione non dovuta né richiesta, ma che, secondo me, ci sta. A me il calcio non piace, neanche un po’. Penso che quando si inizi a parlare di miliardi, di scommesse, di corruzione, non si stia più parlando di sport, e se ci si aggiunge tutto il fanatismo e l’esaltazione violenta che a questo fa da cornice, non credo mi si possa smentire se dico che il calcio ha smesso di essere un Gioco, tanto, tanto, tanto tempo fa. Dopo essermi inimicata almeno l’80% dell’universo maschile, aggiungo che neanche da bambina il calcio mi attraeva, e non ho mai guardato una puntata intera di Holly e Benji, con i loro campi sportivi planetari; almeno così mi sembra di ricordare. Eppure – e siamo finalmente giunti al punto – questo nuovo manga, che vede la sceneggiatura di Masaya Tsunamoto e i disegni di Tsujitomo, mi ha conquistato.
IL MANGA DI GIANT KILLING – Edito in Giappone dal 2007, l’ho visto per la prima volta sullo scaffale di un “fumetteria” di Tokyo e ricordo che i disegni, dal tratto inusuale, caratterizzati e affilati, mi hanno colpito molto, tanto da desiderare di vederlo tradotto in italiano. Eccoci qua infatti: l’ho ritrovato pubblicizzato “a mille” dalla casa editrice, prima uscita a fine ottobre 2012, e ho deciso di acquistarlo sulla fiducia della mia stessa memoria, “nonostante” parli di calcio. E non mi sono pentita. La storia inizia con due poveri giapponesi dispersi in una deserta provincia inglese, alla ricerca di colui che un giorno era stato il bomber più amato della squadra East Tokyo United ed ora giovanissimo e promettente allenatore. La loro intenzione, una volta trovato, è di ricondurlo alle origini e chiedergli di allenare la sua vecchia squadra, in forte crisi di punteggio e di morale. Dopo aver portato alla vittoria il suo umile team contro la fortissima capolista, il nostro protagonista, Tatsumi, decide di accettare la loro offerta, perché ciò a cui più tiene è realizzare un Giant Killing, ovvero vedere una squadra apparentemente debole sconfiggerne una più forte. Un Davide contro un Golia insomma, impersonato da veri appassionati del Gioco, sotto la sua scaltra guida. Niente fenomeni con allenamenti impossibili. Nessuna miracolosa dote o prestazione. Niente colpi micidiali che attraversano otto chilometri di campo verde e dal nome altisonante. Sport. Allenamenti, sudore, tattica. Magari non è il massimo del realismo, ma se state cercando quello, guardatevi 90° minuto in TV (se ancora lo trasmettono, non so…). Non è strano che un prodotto simile sia uscito dalle mani di autori giapponesi: non esiste, forse, uno sport che il manga nipponico non abbia trattato, e che, di conseguenza, non abbia appassionato milioni di ragazzi, almeno sulla carta, tanto che farne una lista qui sarebbe troppo lungo. Mentre per l’italiano medio il calcio è pura competizione e rivalsa sociale, per il giapponese medio lo Sport è un gioco che serve a formare il carattere, il corpo e la morale. Se si vince poi, è proprio il massimo, magari facendola vedere a quello che si crede meglio degli altri. Intanto il manga in Giappone è arrivato al venticinquesimo tankobon e la storia è diventata una serie animata, di 26 episodi, prodotta dallo Studio Deen. Che dire ancora: io ve lo consiglio e, dopo la mia premessa iniziale, è tutto dire.
Giant Killing – Sigla iniziale giapponese
Holly e Benji
Giant Killing
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