La raccolta di poesie di Antonio Lera colpisce per la chiarezza del fare poetico che guida il lettore verso dopo verso nel suo percorso di riflessione. Ne “La mia via” troviamo l’anima stessa del poeta che racconta l’amore, la fede e la speranza, porgendo i più intimi valori sulla pagina da sfogliare. Proprio il poeta è protagonista presente dell’intera opera. In ogni componimento, infatti, è chiaro il legame con il ricordo e il vissuto dell’autore; gli episodi della fanciullezza, il senso dell’amore, la propensione alla scoperta sbocciano in un terreno noto e caro al poeta, dall’Aquila bella e ferita a San Benedetto.
La poesia di Antonio Lera potrebbe essere considerata un exemplum, in cui alla personale esposizione dei fatti si attribuisce il valore universale della meditazione, sostenuti da dignità e saggezza morale. Valutazione dell’io e del mondo che non porta alla contorsione del verso poetico, piuttosto all’ode della semplicità che da riflessione si fa scrittura. La ricerca, invece, è rivolta all’altro e protesa alla necessità della verità delle cose. Come reca il titolo, Antonio Lera, dopo aver scritto diverse raccolte, sente l’esigenza di offrire al lettore la maturità della sua vita in cui, passati gli anni della scoperta, riflette sul vissuto e riassapora gli attimi.
Gentile, sensibile, romantico, innamorato; come concilia nella sua vita e nella sua poesia l’innocenza del sentimento con la maturità della vita? Sognando sempre e amando con consapevolezza, apprezzando anche la bellezza delle piccole cose. È cosi che riesco a conciliare nella mia via-vita e nella mia poesia l’innocenza del sentimento e la maturiTà della vita.
L’amore e l’intimo; nelle sue poesie instaura un legame con il lettore attraverso il filo del sentimento universale, scrivendo non tanto poesie d’amore quanto versi dell’amore. Come spiega il passaggio dal sentimento personale al messaggio ideale e universale? Perchè nel proprio “intimo amare”, mi sento parte del “tutto universo”. Cosi mi spiego il passaggio dal sentimento personale al messaggio ideale e universale, connubio indispensabile questo per vivere una piena e sana letizia.
La fede e il tempio che promette pace e festa; la sua poesia è anche ricerca, un cammino proteso all’altro e, per esteso, al mondo. Quel è il punto d’incontro tra fede terrena e la coraggiosa ricerca del vero? Partecipo al mio desiderio grande di conoscere la verità intesa come sincerità, autenticità di tutte le cose e soprattutto dei sentimenti come segno di Grazia in cui riconoscere l’Amore Divino e la sua divina presenza nella vita.
La sua poesia nasce dalla vita, dal suo spirito limato, non eroso e corroso, dal tempo e dall’esperienza. Sono versi vicini nei luoghi e nelle persone, sono parole semplici che non nascondono come nebbia, ma rivelano una visione cristallina e positiva dell’esistenza, votata all’osservazione e alla ricerca di un’ideale pace dei sensi. Cosa muove il suo fare poetico? Considerando i lettori di oggi, troppo spesso insediati dalla civiltà dei consumi, in che modo affida i suoi versi? In una società come la nostra affascinata e protesa al materialismo delle cose e quindi, inevitabilmente, alla svalutazione dei valori umani il mio “fare poetico” è mosso dal desiderio di ricercare sempre una sincera comunicazione, un donarsi per potersi confrontare e raccontare in modo amicale; amo cercare, trovare e ritrovare il piacere, la gioia legata al sentirsi insieme e in questo modo si sviluppa la mia ambizione artistica e di uomo di riuscire a “custodire” la bellezza di ogni spirito e la sacralità di ogni umano sentimento governato e generato dall’Amore.