SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La liberalizzazione delle aperture commerciali hanno disorientato il significato della festa e della solennità; i negozianti, talvolta costretti dalla morsa della crisi o per reggere la concorrenza e nonostante siano liberi di scegliere se alzare le saracinesche o meno, osservano la decisione di aprire le loro attività anche se è domenica, anche se è festa.
L’AMORE PER L’UOMO – Dopo la protesta delle commesse che da Roma aveva coinvolto anche la rappresentanza sambenedettese, alcuni parroci della nostra zona cercano di infondere il senso della festività. I Parroci della Ss. Annunziata, Cristo Re, Sacra Famiglia, San Giacomo della Marca di Porto d’Ascoli, Regina Pacis, Sacro Cuore di Centobuchi, San Niccolò di Monteprandone, San Savino di Ripatransone, San Nicolò di Acquaviva e Madonna del Suffragio di San Benedetto nel segno dell’amore per l’uomo affermano la loro solidarietà per i lavoratori e le loro famiglie.
IL CAMBIAMENTO – Di fronte a questo cambiamento ideologico e antropologico, i parroci vogliono ribadire l’importanza del riposo, la gioia di poter gustare i frutti del suo lavoro, il ruolo della famiglia nel percorso educativo ed evolutivo dei figli e il momento di stare insieme. “Scomparso il giorno di Dio scompare anche quello dell’uomo”, esordiscono e poi domandano “Cosa penseranno del mondo del lavoro le giovani generazioni che vivono sulla loro pelle queste condizioni? Cosa significherà per loro lavorare?”