ANCONA – Valeriano Camela, consigliere regionale Udc, interviene sulla questione del riordino delle Province, alla luce delle ultime dichiarazioni del ministro Patroni Griffi che ha lasciato intendere che non ci saranno deroghe sui requisiti richiesti dal nuovo decreto.
LE PAROLE DI CAMELA – In un primo momento aveva sostenuto la proposta del Cal di far rimanere intatta la Provincia di Macerata. “Vi vedevo un più corretto equilibrio nei rapporti di forza istituzionali e nell’assetto territoriale dell’intera Regione, che per oltre 150 anni su di esso ha costruito il suo sviluppo e il suo benessere. Quindi non per una logica localistica, ma per una visione di insieme delle Marche”, ha affermato il consigliere.
Successivamente c’è stato un ripensamento legato alle scelte del Cal che “ha partorito un’ipotesi di lavoro che raccoglie questa idea di assetto del territorio, ma la tradisce, scegliendo una procedura non prevista dall’articolo 17 e soprattutto basata su motivazioni politiche opposte rispetto alla scelta del Governo e del Parlamento“, ha dichiarato l’esponente Udc.
La peculiarità del decreto è inoltre connessa con le direttive europee dal momento che il provvedimento generale sulla spending review contiene il capitolo sui risparmi di spesa attesi che, seppur non quantificati, rientrano tra quelli che dovrebbero concorrere alla riduzione del debito pubblico dal 1 gennaio 2015, in coerenza con gli impegni assunti con il Fiscal Compact.
“La dimostrazione della bontà di questo ragionamento è insita nell’articolo 17 che, non a caso, si apre con il richiamo al rispetto degli obiettivi di finanza pubblica imposti dagli obblighi europei necessari al raggiungimento del pareggio di bilancio”, ha continuato Camela.
IL SOSTEGNO AL GOVERNO – Dopo aver avanzato, la scorsa estate, la necessità di una circolare esplicativa che lasciasse eventuali margini di manovra dei territori rispetto ad uno schema di riordino, Camela si dice ora convinto che “auspicabile sarebbe stata, invece, una procedura di riordino coerente con i vincoli e i parametri dell’articolo 17, così come suggerita da qualche autorevole intervento pubblico su questo tema. Essa poteva rappresentare un’utile base di discussione, ma si è preferita la via più facile e breve della cosiddetta ‘scelta politica’, benché in contrasto con la legge.
Credo che si rivelerà un grave errore sostenere questa scelta qualora il Governo non dovesse accettare tale proposta.
Conseguentemente a questo Consiglio non rimane che votare contro un’ipotesi del Cal contraria alla legge e riconoscere la soluzione residuale dell’accorpamento delle tre attuali Province di Ascoli, Fermo e Macerata, con capoluogo Ascoli Piceno, non avendo elaborato una proposta di riordino nell’ambito dei parametri di legge. Ogni altra soluzione è palesemente inopportuna e politicamente contraria alla proposta del Governo nazionale, agli impegni europei ed al voto della maggioranza in Parlamento che sostiene il Governo”.