ANCONA – Il ministro della Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, mette a tacere polemiche e richieste di deroghe con un’anticipazione rilasciata al Corriere della Sera, in cui illustra il nuovo assetto territoriale italiano che verrà inserito nel decreto legge all’esame del primo Consiglio dei ministri di novembre.
LE PROVINCE – Le Province che hanno meno di 350 mila abitanti o un’estensione inferiore ai 2.500 chilometri quadrati dovranno essere accorpate con quelle vicine. In linea con la spending review, in questo modo si garantiranno risparmi da 4,5 miliardi nel 2012, 10,5 nel 2013 e 11 nel 2014. Le Province delle Regioni a statuto ordinario, attualmente 86, si ridurranno a 50, comprese le dieci Città metropolitane. Si aggiungeranno una decina di cancellazioni nelle Regioni a statuto speciale, che avranno sei mesi per conformarsi alla decisione. Le nuove realtà istituzionali eserciteranno le competenze in materia ambientale, di trasporto e viabilità. Perderanno, invece, alcune funzioni come quelle che riguardano il mercato del lavoro e l’edilizia scolastica.
LE MARCHE E ASCOLI – In base alla nuova mappa delineata dal ministro, nelle Marche resterebbero intatte le Province di Pesaro-Urbino e Ancona, mentre si formerebbe una macroprovincia dalla fusione di Macerata, Fermo ed Ascoli Piceno. In origine, dopo il varo della spending review, era già stata presentata l’ipotesi dell’unica Provincia nel sud delle Marche con capoluogo Ascoli Piceno, ma successivamente il Cal (Consiglio autonomie locali) aveva proposto un’ipotesi di ritorno a quattro Province, prevedendo quindi un assetto simile a quello che si aveva prima della nascita della Provincia di Fermo. Dalla Regione arrivano le prime notizie della seduta odierna dell’assemblea legislativa. Stamattina la consigliera Rosalba Ortenzi, che è anche Presidente della Commissione Affari istituzionali e relatore di maggioranza sull’argomento, ha posto la pregiudiziale sull’ipotesi delle quattro Province proposta dal Cal, ritenendola illegittima in base a quanto previsto dal Governo. Sulla stessa linea Bucciarelli (Comunisti italiani) e Natali (Pdl). Contrario Ricci (Pd) che ha appoggiato l’ipotesi del Cal, facendo riferimento anche alla possibilità di ottenere una deroga. Posta in votazione, la richiesta di pregiudiziale ha ottenuto 14 favorevoli, 15 contrari, un astenuto ed è stata, quindi, respinta.
PATRONI GRIFFI – Il ministro è fermo nella decisione, si è scagliato contro le “resistenze localistiche” ed ha addirittura annunciato la nomina di un commissario che, dalla fine di giugno del 2013, guiderà ogni Provincia nella transizione. Si attende anche il giudizio della Corte Costituzionale in merito alla procedura di nomina dei rappresentanti provinciali, quel meccanismo di secondo livello per cui i consiglieri non saranno più eletti dai cittadini ma dai consiglieri comunali. Il ministro ha infine fatto intendere che un accorpamento del genere sarebbe necessario anche per gli innumerevoli Comuni del nostro Paese, molti al di sotto dei 5.000 abitanti, anche se la decisione non è all’ordine del giorno.