MONSAMPOLO DEL TRONTO – Si terrà sabato prossimo, presso il teatro comunale, l’importante convegno sulle mummie ritrovate e conservate a Monsampolo. L’iniziativa, dal titolo “Le mummie di Monsampolo tra scienza e costume: analisi, studi e restauro”, è stata organizzata in occasione delle giornate europee del patrimonio 2012 “L’Italia tesoro d’Europa”.
IL PROGRAMMA – L’incontro inizierà alle 9.30 con il saluto delle autorità. Presenti Nazzareno Tacconi, sindaco di Monsampolo, Piero Celani, presidente della provincia, Andrea Maria Antonini, assessore provinciale alla cultura, Cristiano Silvestri, assessore comunale alla cultura. Alle 10 si entrerà nel cuore dell’incontro con la relazione scientifica del prof. Franco Ugo Rollo, mummiologo e ordinario di antropologia dell’Università di Camerino. Seguiranno gli interventi di Eleonora Ferranti Rilievi che parlerà dei “Rilievi tafonomici e antropometrici sulle mummie di Monsampolo” e Donato Labate, soprintendenza archeologica Emilia Romagna, che riporterà l’esperienza del ritrovamento delle mummie di Roccapelago. Alle 11 Daniele Diotallevi, storico dell’arte della soprintendenza Bsae di Urbino, introdurrà la discussione sul “Museo della cripta: presentazione dei primi restauri e studi storici”. Interverranno Thessy Schoenholzer Nichols, storica del costume, con la relazione “La camicia: capo di abbigliamento. Confronto fra Monsampolo e Roccapelago”. Seguirà Valeria David, laboratorio di restauro “La Congrega”, sul tema “Le fasi di restauro delle camicie”. Al termine del convegno verranno presentati gli studi storici “La prepositura di Monsampolo. Un millennio di riti, usi e tradizioni” a cura di Luigi Girolami.
LE MUMMIE – Nel 2003, durante i lavori nella cripta della chiesa di Maria SS. Assunta, sono stati rintracciati una ventina di corpi mummificati muniti dei loro abiti, depositati in maniera casuale. Appartengono alla tipologia di mummie spontanee, prodotte per eventi del tutto naturali, in cui l’uomo non è intervenuto tranne che in un soggetto ove il corpo risulta essere di origine antropogenica. All’epoca il ritrovamento scatenò grande interesse da parte degli studiosi per l’eccellente stato di conservazione dei corpi mummificati, ammucchiati tra loro con un numero piuttosto considerevole di donne, munite ancora dei propri costumi antichi di lino e canapa e di preziose camicie databili fine ‘500.