E’ teso il clima tra Cina e Giappone. Il motivo del contendere sono le isole Senkaku, giuridicamente territorio giapponese ma non per il governo cinese che le reclame a gran voce. Sono isole disabitate, quasi scogli in verità ma il dominio di queste isole, come fu per le Faulkener/Malvinas per la Gran Bretagna, è più una questione morale che una questione monetaria.
Undici navi cinesi stanno facendo una operazione di pattugliamento nell’isola più grande chiamata Uotsuri, e nel Paese crescono venti anti-nipponici con movimentazioni e proteste in 100 città cinesi, a gettare benzina sul fuoco è anche la ricorrenza dell’invasione della Manciuria da parte del Giappone.
Questi venti di guerra sono però guardati con preoccupazione dalla politica internazionale e dagli Stati Uniti “E’ nell’interesse di tutti, ed è nell’interesse di ognuno di noi, che Giappone e Cina mantengano buone relazioni e trovino un modo per evitare un’ulteriore escalation dei rapporti”, ha spiegato oggi a Tokyo il segretario alla Difesa, Leon Panetta.
Nel frattempo il Giappone sta fermando la produzione delle sue aziende in Cina temendo delle ritorsioni violente contor le fabbriche: La Honda chiude i suoi comparti produttivi per due giorni e la Mazda e la Nissan per quattro giorni.