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ASCOLI PICENO – Il riordino delle province, tema scottante, al centro del consiglio provinciale aperto che si è tenuto questo pomeriggio a palazzo San Filippo. Come da copione, favorevoli alla nascita della maxiprovincia (Ascoli, Fermo e Macerata) il Popolo delle Libertà e l’Italia dei Valori. Decisamente contraria l’Udc, che sostiene l’accorpamento Ascoli-Fermo e l’indipendenza di Macerata. Interlocutoria e quasi rassegnata la posizione del Partito Democratico. Al termine della seduta è stato redatto un documento di sintesi di quanto discusso firmato dai Capigruppo Pd, Pdl, Udc e Map.

 

 SI’ ALLE TRE PROVINCE – “Il capoluogo esiste, c’è una legge che lo dice. Con quattro province si tornerebbe all’antico, quindi inevitabilmente indietro”. Ecco il parere fermo e deciso del Presidente Piero Celani.Il governatore della provincia di Ascoli bacchetta Ancona, Pesaro e il Cal. “Mi è stato riferito che la Regione sul riordino prenderà per oro colato quello che decide il Cal, un organismo che fino a poco tempo fa era sconosciuto ai più, un ectoplasma, oggi è il deus ex machina. Questo perché c’è un’intesa tra Ancona e Pesaro. Quindi a mio avviso il Cal dirà che il Sud delle Marche non merita una provincia tutta sua. Allora dividiamo le Marche in due province, una al nord e una al sud. Il problema è che si deve riorganizzare tutta la nostra Regione”.

A favore della famosa legge 17, e quindi per la macroprovincia anche il sindaco di Ascoli Guido Castelli: “Personalmente dico che la nascita della maxi provincia sarebbe una grandissima occasione, non solo per Ascoli ma per tutta la Regione Marche. Ci dovremo fare noi carico di fare una proposta ragionevole di riordino. Per la Regione Marche le tre province non dovrebbero essere una iattura, ma bensì un modo per riorganizzarsi. E’ così strampalata questa idea delle tre province, visto che esiste una legge?”.

D’accordo con la posizione del Pdl anche Dante Merlonghi dell’Italia dei Valori. “Siamo per il rispetto della legge, e quindi per la provincia Marche Sud. Ascoli diventerà il punto di riferimento della Regione Marche. Si tratta di una nuova opportunità. Credo poco alla modifica di una legge, pensata, discussa, voluta e votata. Noi dell’Italia dei Valori eravamo per l’abolizione di tutte le province. Guardare ai problemi del lavoro, delle infrastrutture, a far sì che i cittadini non si accorgano di questa modifica, se ne ottengono dei vantaggi. Uniamo dunque le nostre forze. La legge stabilisce che il capoluogo è Ascoli, non ci sono problemi di centralità o di altro genere. Se i cittadini da questa modifica ne beneficeranno in servizi, la differenza tra il prima e il dopo non si noterà”.

CONTRARI ALLA MACROPROVINCIA – Particolarmente accesa la posizione di Amedeo Ciccanti dell’Udc. “Chi non pensa, chi non ha qualcosa da dire, ha la terza provincia. Mi sembra non sia emerso nulla da questo consiglio. Chi ha ascoltato credo non si sia fatto un’idea. Pigrizia mentale espressa in questa discussione. Nel rispetto della norma, si evince che si possa progettare la quarta provincia. La classe dirigente fermana e gli ascolani dicono che la terza provincia sia una scommessa. Sulla carta il capoluogo sarà Ascoli, ma di fatto lo diventerà Fermo, per il discorso della baricentricità tra le tre città. Analizzando la norma, si evince che il margine per progettare la quarta provincia c’è. Quindi dobbiamo adoperarci affinché tutto ciò accada”. 

Vivace e colorito l’intervento di Massimo Rossi della Federazione della Sinistra. “Di quale ente sarà capoluogo Ascoli Piceno e quali funzioni dovrebbe avere l’ente in questione? Si rischia uno spreco. Se passasse la legge 17, la Provincia diventerebbe un Ente secondo grado, eletto dai consiglieri comunali e sottratto ai cittadini. Quindi una chiusura alla democrazia. Con quali risorse? Taglio per le Province di 500 milioni di euro. Da questi tagli non ci sarà nessun risparmio, secondo uno studio dell’Università Bocconi. Il tutto serve per gettare fumo negli occhi dei cittadini. Ci deve essere un’alternativa. Le Regioni devono fare ricorso contro questi provvedimenti.

AGOSTINI, DI FRANCESCO E MANDOZZI – Abbastanza pacato e tranquillo Luciano Agostini del Partito Democratico: “I criteri popolazione e superficie è evidente che portano a 3 province nelle Marche. Dobbiamo calarci dentro questa dimensione e avere la forza di proporre un assetto equilibrato. Questa è la sfida a cui dobbiamo rispondere. Se l’organo vuole forzare la legge, io sono tra quelli che potrebbero sostenere, ma la situazione di fatto è questa. Dobbiamo dire noi come vogliamo organizzare la nuova provincia Marche Sud. Appello al sindaco: La nuova città capoluogo deve assumerne sin da subito un ruolo di direzione”. Provincia ente di secondo grado? “Sono d’accordo. La sua funzione deve essere quello di un’area vasta, deve fare da coordinamento”.
“Non credo ci siano molti margini di cambiamento della legge così come è formulata-dichiara il segretario provinciale Pd Antimo Di Francesco- Il progetto di riforma è sicuramente opportunità reale e concreta per la parte sud della Regione”. 

Sincero e schietto Emidio Mandozzi caporgruppo Partito Democratico: ” Negli ultimi 20 anni in Italia sono state istituite 18 nuove Province. Si può riconoscere la legittimità normativa della legge 17, ma non perché lo dice la Bce. Spieghiamoci perché siamo arrivati a queste condizioni. Ci dobbiamo interrogare su come poter mettere insieme le risorse per fare sistema. La macroprovincia potrebbe avere una connotazione fortissima. La Regione deve fare una proposta per riordinare un territorio relativamente piccolo. Le province dovranno essere riempite di contenuti e funzioni per cambiare la situazione attuale.