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GROTTAMMARE – Sorrisi “anche” nel deserto al Festival nazionale dell’umorismo “Cabaret, amoremio!”. L’edizione numero 28 della manifestazione – in programma venerdì e sabato prossimi nel Parco delle Rimembranze – rilancia la campagna di solidarietà “Sorrisi nel deserto”, a sostegno del Popolo Saharawi.

PARLA LA GIUNTA COMUNALE – Come ogni anno, negli inviti partiti in questi giorni all’indirizzo di diverse autorità del territorio, il sindaco Merli e l’assessore alla Cultura Piergallini ricordano la possibilità di contribuire, con il corrispettivo del biglietto di ingresso al Festival, alla raccolta dei fondi necessari a sostenere il programma di accoglienza sanitaria per i bambini della comunità Saharawi: “Da tempo l’amministrazione comunale di Grottammare promuove progetti che sostengono le popolazioni più deboli, afflitte dalla povertà o funestate dalla guerra. Pensiamo che anche la cultura possa dare il proprio contributo e che i rappresentanti delle istituzioni e della politica possano per primi impegnarsi in questa iniziativa – affermano il sindaco Merli e l’assessore Enrico Piergallini –. Il ricavato sarà destinato al finanziamento delle iniziative attivate dal Comune di Grottammare. In questo modo, la cultura potrebbe nuovamente essere un veicolo di pace e di solidarietà tra gli uomini”.

RACCOLTA FONDI – Ormai dal 1999, il comune di Grottammare ospita una ventina di bambini Saharawi, affetti da gravi patologie. Assistiti dai volontari dell’associazione Rio de Oro onlus, braccio operativo del progetto, i piccoli stanno seguendo percorsi sanitari ad hoc, impossibili da avviare negli ospedali allestiti nei campi del deserto, dove la comunità Saharawi vive sfollata da quasi 40 anni. Il comune stesso, con il coordinamento della Consulta per la fratellanza tra i popoli, si impegna annualmente a favorire questi soggiorni sanitari con l’organizzazione di eventi e iniziative per raccogliere i fondi necessari a sostenerli. Il tutto viene fatto anche con appelli per veicolare presso l’opinione pubblica, la causa di un popolo che attende da decenni di rientrare nelle proprie e dare seguito al referendum per l’autodeterminazione. Un diritto affermato anche da una risoluzione dell’ONU, totalmente disattesa dal governo marocchino che ha occupato le terre saharawi dopo l’abbandono della Spagna delle colonie nordafricane.