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Grazie al lavoro svolto dai ricercatori del J. Craig Venter Institute e della Stanford University, guidati da Markus Covert, si è potuto simulare, per la prima volta, il ciclo vitale di un batterio interamente al computer. Si è potuto così creare una sorta di microorganismo virtuale. Il batterio in questione è il Mycoplasma genitalium, il più piccolo al mondo capace di vita autonoma, che vive nelle vie respiratorie e nel tratto urogenitale dell’uomo. Come spiegato sulla rivista Cell, gli scienziati hanno tradotto i comportamenti biologici del batterio in un linguaggio computazionale, scoprendo che per trasformare un elemento così semplice nella sua forma virtuale ci vogliono 128 computer e 28 algoritmi (connessi tra loro, con ognuno in grado di riprodurre un singolo processo biologico), così da descrivere tutti i meccanismi molecolari in atto all’interno della cellula. La creazione del modello virtuale di questo batterio rappresenta un passo fondamentale verso i laboratori del futuro, che potranno così studiare in modo più rapido i meccanismi biologici e le malattie.