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ANCONA – La crisi sembra non aver intaccato il sistema produttivo marchigiano. Un rapporto della Unioncamere mette in risalto il numero di imprese nate tra aprile e luglio, sottolineando che quelle registrate alle Camere di Commercio della Regione sono aumentate di 990 unità. La dimostrazione di vitalità del sistema produttivo regionale non basta a compensare il saldo negativo (-1.641) che si è avuto tra gennaio ed aprile, ma dimostra che i distretti, pur non brillando, resistono in attesa che l’economia marchigiana riprenda a crescere. Positivo anche l’andamento dell’artigianato con un saldo di +292 unità.

ALBERTO DRUDI – il presidente della Unioncamere ha commentato i dati emersi dichiarando “Vedere che negli ultimi tre mesi ci sono stati 33 marchigiani che hanno avviato un’attività imprenditoriale rappresenta un segnale incoraggiante per il futuro e testimonia come il nostro modello di sviluppo, fondato su una imprenditorialità diffusa e sulla valorizzazione dei territori, sia tutt’altro che superato. I quasi tremila imprenditori coraggiosi che si sono messi sul mercato negli ultimi tre mesi non vanno lasciati soli. Servono politiche di sviluppo a misura di piccola e media impresa e il sistema camerale è pronto a fare la sua parte, in sinergia con la Regione, le associazioni di categoria e gli enti locali. In particolare, occorre internazionalizzare ancora di più le nostre imprese, migliorare l’accesso al credito, sostenere l’occupazione e l’innovazione, tutelare la tracciabilità e la qualità dei prodotti e, soprattutto, valorizzare le eccellenze del territorio, in un contesto che sia sempre più favorevole agli operatori economici.

I DATI – Le imprese commerciali sono aumentate di 327 unità, mentre la crisi continua a incidere negativamente sull’autotrasporto (-333) che paga la concorrenza dei vettori stranieri, l’aumento del prezzo del gasolio  e il calo delle commesse. I servizi di alloggio e ristorazione registrano un saldo positivo (+207), il manifatturiero (+65) e l’agricoltura (+99) tornano a crescere, così come le costruzioni (+86). Per quanto riguarda quest’ultimo settore, bisogna evidenziare che il segno positivo deriva dalla decisione di dipendenti che, perso il lavoro, hanno scelto di mettersi in proprio piuttosto che rimanere disoccupati; infatti il settore dell’edilizia continua a rimanere uno dei più penalizzati. Il numero delle imprese è aumentato in tutte le province, i tassi di crescita calcolati sono lo 0,68 di Fermo, 0,43 di Ascoli, 0,62 di Macerata, 0,60 di Ancona e 0,55 di Pesaro Urbino.