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ASCOLI PICENO – Paola Petrucci, presidente della Commissione pari Opportunità della provincia di Ascoli rende noto, a mezzo stampa il disappunto delle donne impegnate nella lotta per le pari opportunità riguardo, l’ultima azione di governo sul tema della maternità, e dichiara: “Assistiamo sempre più spesso a segnali contrastanti, ambigui e diametralmente opposti circa temi fondamentali per la costruzione delle certezze per il presente ed il futuro del nostro paese. Il pacchetto lavoro, al vaglio del Parlamento in questi giorni, prevede un congedo obbligatorio per il padre al momento della nascita del figlio che, in modo simbolico, si va ad aggiungere al congedo della madre, con la convinzione che in tal modo si contribuisce a modificare una specifica cultura che vede ancora troppe donne dedicate esclusivamente alla cura dei figli e della famiglia. Di contro a queste indicazioni del governo, che investono sul futuro e sulla risorsa strategica delle nuove generazioni, si riscontrano segnali preoccupanti che vanno in direzioni diametralmente e pericolosamente opposte”.

MATERNITA’ EQUIPARATA A MALATTIA – “Il 12 giugno è stato sottoscritto un accordo da Poste Italiane e alcune sigle sindacali nel quale vengono esclusi dal Bonus Presenza coloro che usufruiscono di congedi per maternità o per la cura dei familiari (Legge 104/92) oltre chi si ammala o ha un infortunio. Non solo, quindi, vengono lesi i diritti sanciti dalla legge 53 dell’8 marzo 2000, ma si equipara la maternità alla malattia. Appare ovvio, però, – se si vuole mantenere questo approccio – che se la maternità è equiparata alla malattia la retribuzione e i servizi in tale periodo sarebbero diversi. Le Consigliere di Parità delle Marche non possono/vogliono rimanere in silenzio davanti a questo proliferare di contraddizioni e ingiustizie, che vanno a ledere il nostro futuro e le speranze delle nuove generazioni. Dobbiamo agire una riflessione seria sulle aspettative dell’Italia e della sua popolazione che ha diritto a credere in un futuro ed a lavorare per costruirlo”.

L’APPELLO – “Chiediamo ai politici, alle parti sociali e alla società civile di partecipare insieme a noi a questa riflessione e decidere insieme quale strada vogliamo percorrere per costruire il futuro dell’Italia. Le Consigliere di Parità delle Marche credono fortemente nella valorizzazione delle differenze di genere e nell’abbattimento degli stereotipi, e non solo di quelli di genere, per una maggiore partecipazione attiva delle donne nel mondo del lavoro e nei luoghi in cui si decide. Chiediamo un’intensificazione delle tutele della maternità e della rete dei servizi per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, nell’interesse di tutta la società, perché sosteniamo che i figli sono un bene comune, sono il nostro futuro e la nostra ricchezza nei quali occorre investire tutte insieme, donne e uomini. Chiediamo un ravvedimento delle parti che hanno sottoscritto l’accordo del 12 giugno u.s. con Poste Italiane, allo scopo di una rimodulazione dello stesso con conseguente rimozione della discriminazione attuata che equipara la maternità ad una malattia. Rimaniamo vigili ed invitiamo a segnalare ai nostri uffici eventuali discriminazioni di genere sul lavoro”.