ANCONA – Crescimbeni e Parisse: “la Regione applichi subito la procedura negoziata per gli appalti pubblici per favorire le imprese locali e pensi ad interventi urgenti per superare l’emergenza. Bene il tavolo per sbloccare i pagamenti degli enti pubblici”. Costruzioni, nuovo allarme rosso, questo quanto emerge dai dati Istat relativi agli occupati nel comparto costruzioni: imprese edili, impiantisti ed indotto. In un anno, tra novembre 2010 e novembre 2011, il settore ha perso nelle Marche 13 mila posti di lavoro, scendendo da 55 mila a 42 mila occupati.
BRUNO CRESCIMBENI – “Questi dati dimostrano che la paralisi degli appalti pubblici ed anche dei lavori di manutenzione dei privati, a causa della crisi” affermano i presidenti regionali del comparto costruzioni di Confartigianato Marche Bruno Crescimbeni e Cna Marche Pasquale Parisse “colpisce duramente non soltanto le 23.721 imprese edili delle Marche, di cui 18.343 artigiane, ma anche le quasi 3 mila di imprese di impiantistica con 4 mila addetti ed occorrono risposte immediate da parte della Regione e degli altri interlocutori istituzionali”. Secondo Crescimbeni e Perissi non bastano i tavoli che la Regione si è impegnata ad aprire sulla crisi del settore dopo l’incontro del 19 marzo con gli assessori Luchetti, Canzian, Viventi e Giannini.
BASTA INTOPPI BUROCRATICI – Ora servono decisioni concrete ed intereventi urgenti per superare l’emergenza, sostengono i presidenti di Confartigianato e Cna Costruzioni: “per quanto riguarda la procedura negoziata degli appalti pubblici senza bando di gara, in modo da favorire le imprese locali ed evitare ribassi eccessivi, non serve il tavolo fissato per il 20 aprile ma va subito applicata, perché è consentita dalla determina n. 8 del 14 dicembre 2011 dell’Autorità di Vigilanza dei Lavori Pubblici. Attendiamo inoltre una sollecita pubblicazione del regolamento sulla Legge regionale sulla riqualificazione urbana o Piano Casa, inoltre si sollecitano imprese e banche per superare il blocco dei pagamenti degli enti pubblici alle imprese edili a causa del patto di stabilità. Con i pagamenti bloccati e con le banche che rifiutano di scontare i crediti degli enti locali, rischiamo di chiudere a causa della mancanza di liquidità.”