ANCONA – Ritorno alla campagna. Questo si evince dall’analisi della Coldiretti Marche in occasione della ricorrenza dell’8 marzo. Infatti, un’imprenditrice marchigiana su quattro ha scelto la campagna per avviare la propria attività. Oltre a rappresentare quasi un terzo del totale delle aziende agricole, le circa diecimila imprese rosa si caratterizzano per una forte propensione all’innovazione, indirizzandosi verso attività come la trasformazione dei prodotti, il benessere, le fattorie didattiche e i servizi alle persone.
ESEMPI VIRTUOSI – Tanti gli esempi sul territorio regionale, a partire dal primo agrinido del Centro Italia, aperto da Barbara Aureli a Pievebovigliana (Macerata) per far crescere i bambini in campagna a contatto con la natura. Maria Letizia Gardoni, delegata regionale dei giovani imprenditori della Coldiretti, coltiva nella sua azienda di Osimo ortaggi per i ristoranti macrobiotici della provincia di Ancona. A Fermo Alessandra Spreca ha messo in piedi l’impresa Suavia, un allevamento con tanto di punto degustazione, chiamato panini d’autore, dove puoi acquistare la carne o fartela cucinare e mangiarla sul posto. La crescita delle imprenditrici nei campi ha portato a una vera e propria “femminilizzazione” del settore primario. Negli anni Settanta erano appena 32 le donne titolari di un’azienda. Poi, nel ’90, il boom, fino ad arrivare a quota diecimila.