ASCOLI PICENO – “La favola che va a canestro” così un articolo di Gianni Minà, in prima pagina sulla Stampa, ha sintetizzato la storia di Abdul Jeelani, giocatore di basket degli anni 80, capace di riempire i palazzetti e di entrare nel cuore dei tifosi. Domenica 4 marzo alle ore 18:00, presso la sala conferenze della Libreria Rinascita di Piazza Roma, il presidente della Lazio Basket, Simone Santi, e il protagonista di questa incredibile storia, Abdul Qadir Jeelani, presenteranno il libro che racconta questa favola dei nostri giorni.
LA STORIA – Un eroe nero, convertitosi all’Islam, legato all’Italia dagli anni nella Lazio Basket e nella Libertas Livorno, ma soprattutto dall’affetto, perché “Jeelani ha cambiato la nostra vita, perché per noi Abdul era il dio che ci ha fatto innamorare definitivamente del basket. Un dio meraviglioso, mai visto, bellissimo”, così nelle parole di Andrea Barocci, giornalista del Corriere dello Sport che per primo ha raccontato anche “il dopo”. Un seguito fatto dal ritiro dallo sport, e soprattutto da una vita che gli volta le spalle, fino all’emarginazione più estrema in una struttura per senzatetto negli Stati Uniti. Poi la storia viene scoperta – a fine 2010 – da Simone Santi (attuale presidente della Lazio Basket), che ha ancora il ricordo di quell’eroe visto da bambino e che decide di slancio di riaprire uno spiraglio, invitandolo a tornare in Italia.
IL LIBRO – “Abdul Jeelani. Ritorno a colori” ripercorre una storia che ha emozionato milioni di spettatori (raccontata in prima serata su Italia Uno dalla trasmissione “Invincibili”, oltre che da numerose testate nazionali e locali), integrandola in un affresco di storie, che descrivono il nostro Paese attraverso lo sport e prefigurano un futuro di rinascita grazie alla solidarietà e ai valori, come nella favola di Abdul.
PROGETTO SOLIDALE – Tutto il ricavato dalla vendita del libro andrà a favore del “Progetto Colors”, un progetto per offrire ai bambini con famiglie in difficoltà e figli di immigrati (circa 500 di 27 nazionalità differenti in Italia) e agli ospiti dell’orfanotrofio nel quartiere di Zimpeto a Maputo (circa 100 bambini coinvolti nel progetto in Mozambico), la possibilità di praticare sport gratuitamente, accelerando il processo di integrazione.