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Nelle pagine di “Mamma hai sempre ragione” Rosella Pierdomenico propone un approccio diverso dal solito alla pediatria, raccontando anche casi realmente accaduti. In generale, il bambino viene curato con un approccio olistico che tiene conto non solo della patologia fisiologica, piuttosto dell’ambiente in cui il piccolo vive e dei suoi rapporti e degli equilibri familiari.

Dottoressa lei propone un metodo che non tiene conto solo della sintomatologia, ma anche dell’ambiente e della persona intera. Come è arrivata, nel corso della sua carriera ed esperienza, a questo tipo di approccio medico? “La ricerca e lo studio posso dire con certezza che sono stati da sempre miei fedeli compagni di cammino. Una ricerca animata da un sincero desiderio di conoscenza che mi ha condotta a vedere la malattia e il malato profondamente collegati al mondo emozionale e all’ambiente, ritenendo che l’eccessiva stardarizzazione protocollare della medicina accademica tralasciando tali aspetti possa correre il rischio di dare risposte non del tutto adeguate alle effettive esigenze del malato”.

L’approccio olistico è complesso, ma forse nel bambino lo è ancora di più. Come riesce ad “andare oltre” di fronte a un piccolo paziente? “L’approccio olistico prevede la simultanea osservazione del mondo interiore esteriore e dell’ambiente familiare partendo dalla consapevolezza che ogni sistema vivente esiste all’interno di un altro sistema che lo contiene e da cui è inflluenzato. Quindi anche nei confronti del bambino analizzando con attenzione e amore tali contesti si può pervenire ad una lettura che possa poi condurre ad una corretta analisi diagnostica anche mediante l’utilizzo di elementi che appartengono al mondo naturale”.

Come mai ha avvertito la necessità di scrivere e proporre un libro su questo tema? “Nel corso della vita, ognuno di noi tende a maturare esperienze a volte molto significative per poi perderle magari nei meandri della frettolosità odierna, ma nel mio caso, scrivendo questo libro, ho espresso il bisogno autentico di condividere “qualcosa” che ha dato un senso profondo alla mia professione e alla mia stessa vita“.

E infine: un nuovo orizzonte della pediatria condiviso è davvero possibile? “Si, sicuramente lo è già… ma in un modo ancora… poco consapevolizzato, ma in un contesto sociale che si sta aprendo sempre più verso nuovi orizzonti”.